Cosa avranno mai capito?

Singolare amnesia TV su don Venturelli

Singolare amnesia TV su don Venturelli

In questi giorni TV2000, il canale 28 della Cei, cioè dei vescovi italiani, ha mandato in onda, nella rubrica “Di buon mattino”, un ampio servizio sul Campo di Concentramento di Fossoli e sulla figura di don Francesco Venturelli, il parroco che assisteva i detenuti, ucciso  il 15 gennaio 1946. Lodevole iniziativa, certo, ma con una domanda che sorge spontanea.

Il programma infatti è stato formalmente ben strutturato,  con la presenza in studio a Roma della Direttrice della Fondazione Campo,  un intervento in diretta da remoto del nostro Vicario Generale, don Gildo, e tre interviste registrate, rispettivamente all’Archivista diocesano Andrea Beltrami che ha mostrato alcuni documenti, a don Carlo Truzzi e Antonio Gelli del Gruppo Scintilla, promotore della petizione popolare per la beatificazione del sacerdote martire.

Anche le riprese televisive sul Campo, sul Museo al Deportato e sul luogo dell’assassinio, hanno contribuito ad illustrare efficacemente i luoghi in cui si sono svolte le vicende e quanto si è fatto e si va facendo per perpetuare la memoria di una tragica pagina di storia. Tutto bene, dunque. Ma con un punto interrogativo di non poco conto.

Infatti si è raccontato il prezioso e generoso servizio di don Venturelli ai detenuti di ogni etnia, religione e militanza politica, prima e dopo la Liberazione; si è ricordato in particolare che il parroco, la sera dell’omicidio, quando fu invitato a tradimento ad uscire dalla canonica, obbedì al dovere pastorale di portare i conforti religiosi ad un morente per un incidente stradale, nonostante gli insistenti e preoccupati inviti della sorella a non farlo.

Però, né dalle interviste (purtroppo ampiamente tagliate dall’autore del servizio rispetto all’originale), né dagli altri interventi, è emerso, con sufficiente chiarezza, il motivo della paura della sorella, la ragione per cui, come ricordato da don Truzzi, nei giorni precedenti erano state tagliate le gomme della bicicletta di don Francesco; e cioè il violento clima di odio politico ed anticlericale, che in quei mesi costò la vita a decine di sacerdoti nella nostra regione. Un clima a Fossoli che gli ultimi testimoni di quei giorni ricordano bene ancor oggi, e che l’eroico parroco sentiva in prima persona come palese rischio di possibile ed imminente morte, secondo quanto attestò poi a più riprese il maestro Olinto Lugli, allora fra i ragazzi che frequentavano la canonica.

E’ lecito perciò porsi un dubbio: cosa avranno capito gli utenti di TV2000 del significato profondo del gesto di don Venturelli di uscire incontro al suo carnefice, nonostante tutto? 

Altrettanto è naturale rammaricarsi che, dopo 77 anni, non sia stato ancora possibile riprendere con la telecamera di TV2000,  e mostrare così ai telespettatori italiani, una tomba finalmente decorosa per un martire, di cui pure a parole si riconosce la santità sacerdotale, ma si tarda inspiegabilmente ad avviare il procedimento per la beatificazione.

Comunque, nonostante l’amnesia sopra lamentata, esortiamo vivamente quanti non abbiano potuto seguire in diretta il servizio su questo presbitero martire, a vederne l’edizione registrata sul sito della Diocesi  e di Notizie youtube. Tanti potranno scoprire finalmente uno straordinario testimone della fede , cui il Presidente della Repubblica Ciampi ha conferito nel 2006 la Medaglia d’Oro al Merito Civile, e l’Amministrazione Comunale di Carpi ha intitolato l’omonimo Piazzale.

Scintilla