Una perversione da estirpare

Beatificazione

Nei giorni scorsi papa Bergoglio, incontrando i giovani in occasione del Sinodo loro dedicato, ha definito il clericalismo “una delle perversioni più brutte della Chiesa”.  Sull’argomento il pontefice ha più volte espresso la sua ferma condanna. In agosto nella “Lettera al popolo di Dio” ha descritto tale piaga come l’atteggiamento di una Chiesa che si autolegittima, senza sentire il bisogno di rispondere al suo popolo, in quanto “non solo annulla la personalità dei cristiani, ma tende a sminuire e sottovalutare la grazia battesimale che lo Spirito Santo ha posto nel cuore della nostra gente”. Anche nel saluto ai vescovi ordinati in S. Pietro nei primi giorni di settembre ha identificato il clericalismo come “abuso di POTERE, di COSCIENZA e SESSUALE” da parte dei pastori, preti o vescovi. 

Di fronte a una così esplicita denuncia di ogni distorto rapporto fra clero e fedeli laici, è legittimo chiedersi: Il rimedio può consistere solo nel ravvedimento dei singoli, attraverso una più profonda spiritualità, nutrita di preghiera di digiuno evangelicamente inteso, come ammonisce il Papa, o non occorre riflettere sul fatto che assai spesso regole, canoni e strutture dell’istituzione Chiesa possono costituire il terreno fertile per tale degenerazione? Se lo schema gestionale prevede che il potere “decisionale” su ogni aspetto della vita e dell’azione pastorale sia esclusivamente attribuito al Vescovo e al parroco, il rischio dell’autoreferenzialità, con i conseguenti abusi, diventa assai alto, a causa dei limiti e della fragilità di ogni persona.

Sembra allora indispensabile in primo luogo MODIFICARE ciò che di fatto alimenta la “distanza” fra i fedeli laici e il clero, costruendo davvero ad ogni livello quella “SINODALITA”, quel camminare “INSIEME”, su cui tanto insiste papa Francesco, che non può attuarsi senza la piena valorizzazione dei Consigli Pastorali diocesani e parrocchiali, senza attribuire anche ai laici la direzione e la responsabilità di uffici e iniziative pastorali. Altrimenti la “perversione” rappresentata dal clericalismo, come vizio del potere, difficilmente potrà essere eliminata. In ogni dove della Chiesa.

Pier Giuseppe Levoni