Serve un partito cattolico?

Partito Cattolico

Anche a Carpi ha suscitato un certo interesse la pubblicazione del “Manifesto” del gruppo POLITICA INSIEME , in cui si prefigura il profilo ideale e programmatico di un partito  dei cattolici, che potrebbe vedere la luce nel prossimo o medio termine. Questa prospettiva è condivisibile? La finalità è superare l’irrilevanza dei cattolici in politica. A questo riguardo, però, si pone un dilemma: o formare un partito vero e proprio, o costituire un altro soggetto non ben definito.  Io vorrei fare alcune considerazioni, che mi portano a dubitare molto della utilità ed efficacia di un partito cattolico, o dei cattolici.

L’appartenenza a un partito tende inevitabilmente a essere di parte, impedisce un dialogo più facile con chi ha posizioni diverse e rende meno credibili le critiche nei confronti di chi la pensa diversamente.

Il partito, anche quando ritiene di attenersi appena a principi e valori fondamentali, implica sempre una ideologia che tende a essere lo schermo attraverso il quale si vede e si analizza la realtà; mentre l’interesse primo dovrebbe essere la realtà come si presenta, nella sua complessità e contraddizioni, a tutti i livelli – locale, nazionale, mondiale.

Ogni ideologia tende a indicare e a racchiudere la soluzione dei problemi in schemi che non rispettano la realtà delle cose. Un detto latinoamericano dice: il cammino si fa camminando. Papa Francesco, parlando agli scrittori di Aggiornamenti Sociali, ha detto: nella costruzione di una società giusta non esistono autostrade, ci sono piccoli sentieri che ognuno di noi deve fare guardando la realtà.

Tuttavia, escludere il partito dei cattolici, non vuol dire che i credenti non possano essere un soggetto politico. Questo lo esige la fede stessa. Ce lo ricorda Paolo VI nella Evangelii Nuntiandi, (31), quando scrive: “Tra evangelizzazione e promozione umana – sviluppo, liberazione – ci sono infatti dei legami profondi. Legami di ordine antropologico, perché l’uomo da evangelizzare non è un essere astratto, ma è condizionato dalle questioni sociali ed economiche. Legami di ordine teologico, perché non si può mai dissociare il piano della creazione dal piano della redenzione, che arriva fino alle situazioni molto concrete della ingiustizia da combattere e della giustizia da restaurare. Legami di ordine eminentemente evangelico quale è quello della carità: come infatti proclamare il comandamento nuovo dell’amore senza promuovere nella giustizia e nella pace la vera, autentica crescita dell’uomo?”

Ma qual’è l’azione politica più importante? Non è certo costituita dalle tante discussioni, anche se necessarie, tra i partiti e all’interno di ognuno di essi. Io direi che la politica che deve interessare a tutti è quell’insieme di azioni che hanno come scopo:  a) favorire la  partecipazione  democratica;  b)  concorrere  ad  allargare  il  consenso  nei confronti di scelte che favoriscono il bene comune; c) aiutare a risolvere i conflitti inevitabili in ogni società; d) contribuire alla integrazione dei poveri e degli esclusi; ecc.

I mezzi della partecipazione politica, poi, possiamo riassumerli intorno a tre concetti: formazione, organizzazione, azione.

La formazione è efficace nella misura in cui si estende al maggior numero di persone, offre strumenti validi per la comprensione e l’analisi della realtà e propone valori e obiettivi politici validi e realistici.

L’organizzazione può assumere espressioni diverse  (gruppi di interesse, forum, associazioni, partiti) ed è efficace nella misura in cui riunisce persone intorno a obiettivi ben precisi e condivisi da tutti, ha una struttura che permette partecipazione democratica ed efficacia di azione e non è fine a se stessa ma sta al servizio degli obiettivi politici che rappresentano il bene comune della società.

L’azione poi, è efficace nella misura in cui si usa la forza legittima di cui si dispone per influire con i mezzi a disposizione sulle decisioni riguardanti il bene comune della società. La  politica,  infatti,  è  l’arte  di  usare  con intelligenza la forza e il potere di cui si dispone al servizio del bene comune. Questa forza legittima può essere la forza delle proprie idee, o del numero delle persone di cui si ottiene il consenso. Per questo sono particolarmente importanti le scelte elettorali. E’ necessario scoprire tutte le forze, reali e potenziali, e interessarle alla propria azione. Grande parte dell’arte politica consiste nello scoprire,  formare,  organizzare e unire  forze.  

Ritengo che, soprattutto nella situazione attuale, la cosa più importante sia promuovere un ampio dibattito culturale, capace di restituire alle forze politiche in campo e ai partiti l’anima che sembrano aver perso.

Tommaso Cavazzuti