Dopo alcuni decenni di attività la “scuola Diocesana di Teologia” è stata sospesa. Da vari anni ne era direttore don Alberto Bigarelli, dimissionario dal 2015. Collaborava come segretario il diacono Mauro Cova. Ai vari corsi si sono iscritti ininterrottamente degli allievi, che, secondo i vari corsi, oscillavano all’incirca tra i cinque e i trenta. Erano preferiti i corsi biblici. Ultimamente non si svolgevano attività complementari come conferenze o altro e neppure esisteva un corpo docenti.
Si pone ora il problema della riorganizzazione. Non penso che la sospensione si tramuterà in chiusura. Mi sembra che lo schema non possa continuare in piccolo la riproduzione degli studi teologici che si svolgono nei seminari per i presbiteri. Un tipo di percorso accademico del resto si trova già nella Facoltà Teologica dell’Emilia Romagna e nelle istituzioni connesse, come, nelle vicinanze, l’Istituto Superiore di Scienze Religiose dell’Emilia di Modena e l’Istituto Teologico Interdiocesano di Reggio Emilia. Vedrei di più una “Scuola” diocesana di formazione. Potrebbe essere uno strumento al servizio della “formazione cristiana permanente” dei laici, sia giovani sia adulti. Di per sé non una scuola di “quadri”. Una parte dell’attività tuttavia potrebbe riguardare specificamente gli operatori pastorali come i catechisti, i “ministri della consolazione”, i “missionari del vangelo”, ecc. Un progetto simile era stato avviato ai tempi del vescovo Alessandro Maggiolini. Quel primo solco, con i necessari aggiornamenti, potrebbe essere ripreso. Gli strumenti per offrire alle persone questa opportunità sarebbero molteplici e variabili. Perché in fondo l’obiettivo della formazione permanente degli adulti è uno solo: permettere, a chi lo desidera veramente, di arrivare alla morte da vivi.
Don Carlo Truzzi