Restare umani

Migranti e rifugiati

La presa di posizione di psicologi e psicoanalisti sul Decreto sicurezza

La legge 132 del 2018, conosciuta come Decreto sicurezza, varata dal governo in carica, si prefigge di rispondere al bisogno di sicurezza dei cittadini.

Contro il Decreto è intervenuta la Società psicoanalitica italiana (SPI) con i suoi 600 aderenti, inviando una lettera al presidente della Repubblica Mattarella.

La SPI sostiene che in realtà il Decreto affronta il problema della sicurezza “non tanto ribadendo la giusta e doverosa rigorosità nelle procedure di accoglienza”, quanto piuttosto “assecondando ed alimentando reazioni viscerali che generano ulteriori insicurezze”.

Gli psicoanalisti affermano che la spinta ad assumere una posizione critica nasce dall’esperienza quotidiana di contatto con il disagio psichico profondo e con la sofferenza legata a traumi, sradicamento e lutto migratorio.  

Ritengono che la nuova legge, di fatto, renda impossibile l’integrazione dei migranti in Italia, esponendoli ancora una volta al rischio di umiliazioni e sofferenze psichiche profonde e disumane.

Sottolineano inoltre che gestire il fenomeno migratorio come una pura questione di ordine pubblico è segno di pericolosa miopia.

Così come non riconoscere più il permesso di soggiorno per motivi umanitari. La lettera della SPI avanza anche proposte, come il ripensamento delle politiche migratorie, riaprendo, ad esempio, i canali regolari della migrazione da lavoro, per avvalersi dell’apporto di energie nuove. 

La SPI ritiene doveroso chiedersi da dove nasca questa ossessione per il migrante da parte dei nostri governanti, che generano e alimentano paure sociali, dal momento che gli sbarchi sono passati da circa 160.000 nel 2016 a 22.000 nel 2017.

La presa di posizione della SPI è inequivocabile quando afferma “Non possiamo accettare il razzismo crescente che sfocia in atti di cui una nazione civile dovrebbe vergognarsi. E’ in atto un diffuso, impressionante processo di disumanizzazione”. 

Ritiene che tacere sarebbe colpevole anche verso le generazioni future di figli che ci potranno chiedere dove eravamo quando un’umanità dolente e in cerca della possibilità di ricostruire la propria identità spezzata e perduta, veniva respinta, emarginata o segregata in modo disumano.

Concludono considerando che “l’accoglienza è una paziente tessitura da costruire nel quotidiano, sfidando paure e diffidenze reciproche inevitabili”.

Dal canto suo l’Associazione italiana di psicologia analitica (AIPA) ha inviato una lettera dello stesso tenore al presidente Mattarella segnalando che il decreto “rischia di distruggere l’integrazione di soggetti socialmente vulnerabili, in primo luogo i minori non accompagnati e le donne, spesso vittima di tratte e ridotte in schiavitù, al tempo stesso minando l’impianto dei diritti fondamentali su cui si basa la nostra Repubblica”.

Anche il Centro italiano di psicologia analitica (CIPA) ha lanciato un appello in cui mette in guardia dagli effetti del Decreto sicurezza che rischia di contribuire a instaurare nel nostro Paese un “clima spaventoso e spaventante”.

Infine l’Associazione italiana di psicologia (AIP) ha prodotto un documento su tale questione, affermando fra l’altro che il Decreto “asseconda e alimenta senza elaborarle, reazioni viscerali che generano ulteriori insicurezza”. La marginalità che si produce sui migranti “avrà un impatto dannoso sulla loro salute psico-fisica, con maggiore incidenza di malattie, disagio psicologico, disturbi mentali, condotte autolesive e suicidarie”.

Si tratta di una inedita convergenza di queste quattro Associazioni che condividono la stessa idea di cittadinanza costruita sul riconoscimento reciproco.

Lo stesso presidente Mattarella ha di recente affermato che “la vera sicurezza si realizza preservando e garantendo i valori positivi della convivenza”.

Renzo Gherardi