I nomi, dice il Manzoni, non sono altro che semplici accidenti. Tuttavia, quando indicano realtà importanti, anch’essi acquistano valore. E’ per questo che non possiamo offendere il nome di Dio. A volte può anche capitare che un nome continui a suonare al nostro udito come importante anche se non indica più una realtà concreta. E’ il caso di alcune strutture della nostra diocesi di Carpi. Continuiamo a parlare di Palazzo Vescovile, anche se non ci abita nessun vescovo. Parliamo di Seminario anche se si tratta di un edificio nobile dal punto di vista storico, ma senza ospitare alcun seminarista. Non sarebbe venuto il momento di chiamare le cose con il loro vero nome?
Dobbiamo convincerci che non ci sarà più una diocesi di Carpi. Il nome di Carpi rimarrà ancora riferito a una diocesi, ma sarà quella di Modena che in realtà incorporerà anche quella di Carpi, formando di due una sola Chiesa locale. Questa prospettiva e questa convinzione ci aiuteranno a mettere da parte ogni forma di resistenza, aiutando Don Erio a concretizzare quello che la santa Sede ha stabilito.
L’aderenza alla realtà dei fatti ci aiuterà a spogliarci di cose di cui non abbiamo più bisogno. E’ quello che cercano di fare tante istituzioni religiose, nonostante le difficoltà che incontrano. Infatti, molti edifici, non più necessari all’attività pastorale, non possono essere facilmente trasformati e venduti. E’ il caso, per esempio, dell’ex Seminario. In questi casi cosa si può fare? Se il nostro sguardo è vasto e libero ci può suggerire risposte interessanti.
Allo scopo di fornire solo uno stimolo a pensare, mi permetto di avanzare alcune suggestioni. Anzitutto si cerchi di vendere il Palazzo Vescovile; la sede futura del nostro Pastore non può che essere nella città di Modena. Un complesso tanto prestigioso quanto di onerosa gestione non può restare sottoutilizzato come ora. Il Papa invita continuamente a ispirare la conduzione della Chiesa secondo criteri di sobrietà e di essenzialità. E don Erio denuncia, anche nella sua recente Lettera Pastorale, il peso che le troppo strutture costituiscono per chi deve guidare il gregge. L’ex Seminario si trasformi nel “cuore” pastorale di Carpi, in cui possono avere ospitalità tante benemerite attività. Inoltre potrebbe costituire il punto d’incontro per tanti gruppi.
Chi più di me è immerso in questo impegno potrà suggerire tante altre scelte, sempre più obbligate dalla nuova situazione, orientate ad una saggia amministrazione. Si dice che il bisogno fa di necessità virtù. Se ci mettiamo con coraggio nella consapevolezza di dover cambiare, le idee non mancheranno.
Tommaso Cavazzuti