Quante cose non capisco!

Non-Capisco

Sarà perché sono vecchio, … ma quante cose non capisco!

Non capisco perché nei dibattiti politici alla televisione, appena uno dice qualcosa tutti applaudono, e subito dopo, quando un altro dice esattamente il contrario, le stesse persone applaudono con uguale intensità.

Non capisco perché durante 60 giorni alcuni partiti hanno affermato di aver vinto le elezioni, e non sono riusciti a formare un governo.

Non capisco perché i genitori affidano alla scuola il compito di educare i propri figli e poi tanti di loro vedono negli insegnanti dei nemici che (per fortuna in pochi casi) sono aggrediti anche fisicamente.

Non capisco perché un vescovo non ha il tempo per parlare con i suoi preti anziani, ma lo trova per promuovere incontri tra una famiglia inglese e il Papa.

Non capisco perché si condanna l’accanimento terapeutico e poi si difende come dovere morale indiscutibile l’obbligo di mantenere in vita artificialmente un essere umano che nella sua vita terrena, secondo il parere dei medici, non avrà la possibilità di far emergere il minimo raggio di coscienza.

Non capisco neanche perché debbano essere i giudici a dirimere una tale questione e non i medici assieme ai parenti, assistiti eventualmente da un comitato etico di riferimento.

Non capisco perché si citano le parole di Papa Francesco, quando dice che “Dio è l’unico padrone della vita dell’uomo dall’inizio alla fine”, escludendo quindi che altri ne possano disporre, e allo stesso tempo si rivendica il diritto e il dovere di mantenere una persona umana prigioniera in un corpo che non le permette di vedere uno spiraglio di vita vera.

Non capisco neanche perché, dopo avere durante anni parlato dell’importanza della catechesi degli adulti, si faccia così poco per illuminare la mente di tanti cristiani confusi. Dopo aver parlato per anni della pastorale del dopo-cresima, si continua ad avere l’impressione che il sacramento della confermazione non sia più il sacramento che offre i doni che abilitano ad una vera testimonianza cristiana, ma sia piuttosto il sacramento del “congedo” dalla chiesa.

Vorrei anche dire che non capisco bene perché si dia priorità al recupero delle chiese rese inagibli dal terremoto, quando tutti abbiamo potuto constatare che quelle rimaste in piedi, per lo meno a Carpi, sono state più che sufficienti per raccogliere i fedeli praticanti.

Desidero osservare che questo mio “non capire” esprime un fatto personale. Più che qualcosa di razionale, esprime una situazione emozionale, sensazioni che si impongono in modo forte. Desidero esprimerle, perché forse potranno trovare qualche risonanza in chi, al di là dei sentimenti, ha una mente più lucida per tradurre tutto questo in idee, se non chiare e distinte, almeno un po’ condivisibili.

Tommaso Cavazzuti