Fra sinistra e destra il nulla … o quasi. E i cattolici?
Come la stampa locale ha sottolineato, l’abbinamento del voto amministrativo al rinnovo del Parlamento europeo ha polarizzato il confronto elettorale, caricando politicamente in misura rilevante sia l’approccio dei partiti e dell’opinione pubblica all’appuntamento, che l’orientamento dei carpigiani ai seggi nella scelta del Sindaco e dei Consiglieri Comunali.
Abbiamo così assistito al sorprendente proliferare di liste “civiche” non già mirate prevalentemente a portare al Palazzo Comunale la voce spontanea e autonoma di mondi socio-culturali della nostra realtà locale, ma soprattutto (ben 7) a sostenere in particolare uno degli aspiranti sindaci. Con il risultato che all’ipertrofia delle candidature individuali di tali liste hanno corrisposto due soli eletti su ventiquattro. La consigliera Medici poi non può essere infatti considerata, per la sua militanza nel Movimento 5S fino all’altro ieri, figura propriamente civica.
Le ragioni di tale parabola sono molteplici, a partire dalla diffusa sensazione che, dopo l’esito delle primarie del PD, il vincitore di quel duello, sia per la personalità giovane, competente e dichiaratamente non iscritta al partito, che per i supporti politici e non, di cui poteva disporre in campagna elettorale, fosse il vincitore predestinato, sul cui carro conveniva dunque accomodarsi. Dietro fantasiose sigle ( Carpi a colori, bella, laboratorio, 2.0 integrata addirittura dalla scritta “democrazia cristiana”),una pletora di nomi, saliti per qualche giorno all’onore dei manifesti elettorali, ma in gran parte noti solo a parenti e amici, tornati inesorabilmente nell’oblio a scrutinio completato.
La polarizzazione destra-sinistra, sembra eloquentemente sottolineata dall’ 87% dei seggi in Consiglio Comunale, con i residui posti così occupati; 2 da espliciti fans del Sindaco, 1 da una storica e tenace avversaria della maggioranza che da quasi 80 anni comanda in Comune. Malgrado le buone intenzioni dichiarate (sarò il Sindaco di tutti, faremo opposizione nell’interesse della città), è quindi prevedibile un quinquennio di confronto radicale, in parallelo a quanto sta accadendo a livello nazionale , sperabilmente non a scapito degli interessi della realtà locale.
Restano quindi aperte un paio di questioni. I due eletti della lista “Righi Sindaco-Carpi a colori”, che, come capitò 5 anni fa a Carpi 2.0 contrassegnata dal nome di Bellelli, ha beneficiato assai dell’effetto traino del candidato vincente, che faranno? Si legheranno mani e piedi alla Giunta guidata dal loro uomo di riferimento, finendo come incolori satellitidel PD? O cercheranno di recuperare il colore “civico”, conservando cioè un’autonomia che potrebbe però porli talora in conflitto proprio con Righi?
D’altro canto la delusione patita dalle liste civiche (Carpi Futura, Bella Carpi, Carpi 2.0) o di riferimento partitico (Siamo Europei- Azione con Calenda, Uniti per Carpi), di chiaro orientamento centrista, moderato o riformista che sia, rimaste ora senza rappresentanti in Consiglio Comunale, provocherà un loro quinquennale “silenzio” sulle problematiche amministrative carpigiane o piuttosto un salutare ripensamento che agevoli convergenze e quindi un’efficace presenza nel dibattito pubblico locale?
In tutta questa piccola/grande avventura c’erano e ci sono i cattolici? Sparsi un po’ dovunque nelle 15 liste concorrenti come da trentennale copione, con candidati in lizza sotto sigle diverse pur operando, in taluni casi, nella medesima realtà associativa. Un pluralismo più che legittimo, il cui beneficio resta tutto da scoprire, specie per come opereranno gli eletti nei Consigli Comunali della nostra diocesi.
Il problema del “dopo” riguarda infatti la coerenza, cioè una dimensione che va al di là dell’onestà, della competenza e dell’impegno, doti che si richiedono a chiunque scelga di cimentarsi in ambito politico-amministrativo, credente o meno che sia. Per chi si professa cattolico c’è un di più: la coerenza chefa riferimento a quel sistema di valori (tutti, senza amnesie) che la Chiesa propone nel suo insegnamento sociale, e che l’Assessore o il Consigliere non dovrebbe trascurare o peggio contraddire per disciplina di gruppo o di partito.
Attenzione: non si tratta solo e in primo luogo di far appello alla coscienza di quei benemeriti amici che hanno accettato un gravoso compito di servizio alla collettività. So per esperienza che il loro impegno conoscerà tante difficoltà e condizionamenti. Tutti dobbiamo loro profonda e sincera riconoscenza. E’ il caso piuttosto di esigere da quella comunità religiosa, di cui in certa misura sono espressione, la lungimiranza di sostenerne concretamente l’azione,con incontri di formazione, di aggiornamento e di libero confronto.
Purtroppo in passato si è peccato di omissione in questo ambito.
Pier Giuseppe Levoni