Omelia, incontro con la ‘Parola’
Si sta concludendo la seconda tappa del “cammino sinodale”, quella dell’analisi o “discernimento”. Offriamo questo contributo basato sulla rilevazione di vari componenti del Gruppo “ScintillaCarpi” su alcune delle 91 Messe domenicali celebrate nel Comune di Carpi, di cui 56 in città. Fino a non molti anni fa si potevano trovare libri critici che presentavano le omelie come “prove delle fede” (A. Pronzato). Nella nostra indagine, che non ha pretese sociologiche, pare che le cose siano più positive e allineate con le ampie indicazione di papa Francesco in “Evangelii Gaudium” 135-144.
Il punto più critico è il terzo tra i tre obiettivi indicati da sant’Agostino (De Doctrina Chr.): docere (spiegare), delectare (farsi ascoltare), flectere (convertire). Ci sono carenze nei primi due obiettivi, specialmente per alcuni preti stranieri, ma il punto su cui c’è più da lavorare è l’entusiasmo, la passione di chi è chiamato a dare mordente alla ricca e preziosa parola di Dio.
La rilevazione è stata effettuata dal 19 novembre 2023 al 23 marzo 2024 su 56 messe in 6 chiese di città e una di frazione: il campione è stato ritenuto rappresentativo.
Si è ritenuto interessante osservare le omelie sulla base dei seguenti criteri: udibilità fisica, lessico comprensibile dal fedele comune, aderenza al testo sacro, presenza di un’idea centrale significativa, pertinente e chiara o di un’immagine dominante, riferimenti alla vita concreta e spunti utili all’ascoltatore, capacità attrattiva, carica e passione dell’oratore. A questi criteri sono stati aggiunti due dati rilevabili con oggettività: il tempo dedicato e il numero delle persone presenti alla celebrazione.
La rilevazione di detti criteri è stata articolata nei consueti gradi di giudizio: insufficiente/assente, accettabile/soddisfacente, presente/buono, affidandone la collocazione alla sensibilità dei rilevatori.
I risultati
Udibilità
L’udibilità è buona nella maggior parte dei casi rilevati (62 %) anche se spesso impegnativa, nel senso che occorre molta attenzione a non perdere parole che danno il senso alla frase (32 %).
In pochi casi (5 %) risulta del tutto insufficiente e ciò molto probabilmente per cause contingenti riguardanti il rapporto oratore/microfono o una cattiva scansione delle parole. Dal momento che il contesto ambientale è definito, si dovrebbe porre la massima cura nella corretta installazione e gestione degli apparecchi (microfoni, altoparlanti, ……) la cui resa è condizionata dalla qualità e dal posizionamento. Non male per l’ortofonia. Però in vari casi di preti non italiani si riscontrano difficoltà nella pronuncia.
Lessico
La percentuale dell’87 % sta ad indicare che, nella quasi totalità delle omelie rilevate, il linguaggio, la terminologia e le espressioni che vengono usate per la comunicazione sono di uso comune: si suppone pertanto che il “fedele comune” non abbia difficoltà a seguire l’oratore nello sviluppo del suo discorso, tenuto anche conto dell’alto livello di scolarizzazione ormai raggiunto nella nostra società. Si rilevano invece alcuni casi in cui, (soprattutto quando l’oratore non si è ben preparato), si fa ricorso a espressioni consunte e/o antiquate e/o troppo banali per fare presa sugli ascoltatori, che attiverebbero più interesse se udissero qualcosa che avesse relazione e incidenza sulla loro esperienza di vita.
Aderenza al testo
Il commento dei dati su questo punto è più complesso, dovendo preliminarmente chiarire che cosa si intenda esattamente con questa locuzione. Alcuni oratori estendono le loro riflessioni a tutte e tre le letture inserite nelle messe domenicali; altri commentano soltanto il vangelo; altri ancora prendono spunto da qualche particolare per instaurare un rapporto comunicativo con i presenti, a prescindere. Tenuto conto di tale varietà, la rilevazione ci dice che una corretta aderenza al testo, intesa come riferimento a tutte o a parte delle letture, è osservata da circa l’80 % degli oratori.
Idea centrale
La partecipazione alla messa domenicale può essere in parte anche abitudinaria; contiene tuttavia un aspetto non secondario rispetto all’evento liturgico: il desiderio di “portare a casa” qualcosa che ci rimanga impresso, che ci faccia riflettere, che ci consoli, che ci induca a comunicarlo ad altri. Il soddisfacimento di questo desiderio viene favorito dalla capacità dell’oratore di far emergere l’idea centrale del testo o un’immagine forte che, ripensata, riconduca alla sostanza di ciò che si è udito. Secondo la rilevazione, questo avviene in modo sufficiente e/o buono per il 78 % dei casi. L’insufficienza che riguarda il rimanente 22 % è da attribuirsi ai frequenti casi in cui l’oratore scambia “l’idea” con “il fatto”, ripetendo ciò che è già stato letto nelle scritture.
Spunti utili
Le percentuali relative alla presenza nelle omelie di spunti utili all’ascoltatore sono mediamente modeste (44 %), toccando anche punte minime del 6 %. I riferimenti alla vita concreta sono spesso generici: i richiami etici rivolti a tutti non coinvolgono i singoli che, al contrario, si sentono assolti.
Non ci sono richiami a responsabilità personali, specie nei comportamenti relativi alla convivenza civile, che si basa essenzialmente sul rispetto delle regole (ambiente, economia, ….). Se si rimane nel campo dell’astrattezza, si parla del peccato in generale, non chiarendo quali sono i “peccati mortali” oggi.
Capacità attrattiva
Al pari dell’udibilità, la capacità di coinvolgere i presenti è un carattere assolutamente essenziale per un’efficace omelia. Le percentuali della rilevazione di questo aspetto sono equamente distribuite nelle tre fasce di giudizio, con punte di insufficienza di quasi il 90 %. Il dato evidenzia un grave problema, legato alle qualità personali degli oratori ma anche alla loro capacità di esprimere e trasmettere le proprie personali convinzioni in modo tale da creare empatia.
Tempo dedicato
Dalla rilevazione risulta una lunghezza media delle omelie intorno ai 12 minuti: questo tempo appare sufficiente per esprimere i concetti e le necessarie spiegazioni dei testi. Sono però interessanti anche i tempi minimi (4 minuti) e massimi (28 minuti) rilevati: se da un lato si può stimare che occorra grande maestria per sintetizzare efficacemente i contenuti anche in pochissimo tempo, dall’altro si devono fare i conti con le capacità di attenzione dell’uditorio oltre un certo limite. Si pensa che comunemente l’attenzione non superi gli otto minuti.
Presenti
Alle 56 messe osservate hanno partecipato più di 5000 persone, con una media di presenza di 94: si deve quindi sottolineare la grande importanza di questo momento della liturgia, che consente all’oratore di incontrare direttamente un gran numero di persone e di cogliere l’opportunità di entrare in sintonia con loro.
Antonio Gelli, Carlo Truzzi