Novità storica e antiche prassi

Novità storica e antiche prassi

Dopo le primarie centro-sinistra a Carpi

L’andamento e l’esito delle primarie locali della coalizione di centro-sinistra, per scegliere il candidato a Sindaco in vista del prossimo 9 giugno, meritano qualche riflessione. Scontato il valore “democratico” della consultazione, preparata con dovizie di incontri, messaggi sui social e due duelli all’americana fra i due pretendenti, si è assistito ad una campagna elettorale dai toni e dalle pratiche della politica di un tempo. Proclami, programmi, progetti, improvvisate più o meno velenose a colpire il bersaglio, caccia spasmodica ad amici e  parenti perché si recassero ai seggi, attesa ansiosa del risultato, brindisi dei vincenti, delusione degli altri: insomma proprio come accadeva nel buon tempo antico nei pre-congressi DC e nelle consultazioni politiche ed amministrative.

Nulla di nuovo? Alt: l’inedito è accaduto. Da Bruno Losi ad Alberto Bellelli, per decenni il PRIMO CITTADINO, espressione della sinistra carpigiana dal PCI giù per li rami  fino al PD, è sempre stato un “politico”, erede ideologico, e talora familiare, di una “scuola” e di un solido percorso formativo. Qualora il centro-sinistra prevalesse anche  quest’anno, diverrà sindaco di Carpi,  per la prima volta nella storia repubblicana, un esterno, neppure iscritto al partito. Un tecnico prestato dalla professione di architetto alla pubblica amministrazione, ancorché dotato di un quinquennio di utile apprendistato, come assessore all’urbanistica nella Giunta uscente.

 Questa “novità”, che, per chi è carpigiano da sempre, può definirsi storica, è certo il frutto di processi socioculturali e di trasformazioni della realtà cittadina assai complesse, su cui non è qui possibile indagare. Piuttosto è possibile soffermarsi sulle valutazioni immediate che la contesa ha provocato. Secondo un navigato  osservatore dei giochi politico-amministrativi degli ultimi mesi, la battaglia delle primarie sarebbe stata “una guerra assurda e quasi suicida fra Partito e Giunta uscente”, in cui la seconda ha avuto la meglio, grazie a una propaganda ben concertata e un sostegno robusto all’assessore. Sconfitto dunque sarebbe stato il partito, un’entità oggi ben diversa dall’apparato collaudato d’un tempo, articolata in sedi ( le cellule decenni fa), frequentate in affollate assemblee, con  diffuso radicamento territoriale. In realtà da qualche anno il potere politico locale è appannaggio della Giunta, mentre il partito si configura come un aggregato sfuggente di gruppi, eredi delle diverse tradizioni cultural-partitiche in esso confluite, con rimescolamenti determinati anche dalla personalizzazione che caratterizza il panorama attuale della politica; senza ignorare il peso dei concreti interessi che da sempre girano attorno a ogni pubblica amministrazione.

Su questa liquidità frammentata del PD locale si sofferma con particolare attenzione il Direttore di Voce che ne denuncia “la ben nota crisi di identità, dalla quale non riesce ad uscire, costringendolo a presentare due candidati”. A suo giudizio, la vittoria del “giovane architetto competente e padrone di alcune delle materie più importanti del governo del territorio” segnala un dato inequivocabile: “ i frammenti nei quali si è spezzata la società compatta di un tempo chiedono che le cose si facciano, che ai propositi seguano le azioni”.

Dunque la scelta di chi ha votato alle primarie, avrebbe segnato il prevalere della prassi sulla visione, della concretezza tecnica sull’esperienza politica, anche se il Direttore avverte che il vincitore, qualora diventasse sindaco, dovrà dimostrare, con i fatti, di essere lui la persona giusta per dar corpo al suo dichiarato doppio obiettivo: “una Carpi moderna e sostenibile”. Prospettiva questa che travalica il semplice fare, ma esige ambiziosamente un pensare, con il coinvolgimento di energie culturali e politiche, ben oltre la dimensione individuale.

Il settimanale diocesano , da parte sua, si è limitato a riportare le dichiarazioni dei due contendenti e della segretaria locale del PD, senza avventurarsi in un un’analisi vera e propria, circa le ragioni dell’esito di questa consultazione tutta interna alla coalizione di centro-sinistra.

Dopo la designazione da parte del centro-destra della sua candidata, esponente di Fratelli d’Italia, sono in corso incontri e trattative per dar vita ad un possibile “polo civico”, che, come ago della bilancia, potrebbe anche risultare decisivo in caso di ballottaggio.

Che i carpigiani optino per la  riconferma della maggioranza uscente o che decidano per una svolta radicale, fin d’ora possiamo dire che comunque una certa novità storica a Palazzo Scacchetti ci sarà. 

Pier Giuseppe Levoni