Natalità e maternità

Natalità 2020

Sembra una contraddizione pensare alla “natalità”, al futuro, in un contesto come quello attuale, ma alcune settimane fa’ dicevamo che questo era il primo problema da affrontare, quindi, in queste giornate di forzato ritiro proviamo a riflettere.

 Fino ad alcuni anni fa i nati a Carpi, come in regione, superavano i morti  ma, dal 2012,  il divario si è sempre più accentuato, fino ad arrivare al 2018 con 520 nati rispetto ai 683 morti e al 2019 in cui siamo scesi sotto la soglia dei 500. Quali le cause del fenomeno? Sicuramente molteplici, a cominciare dal progressivo assottigliamento delle famiglie che ammontano, sempre nel 2018, a 30489, di cui 9991 unipersonali, 9004 formate da due persone, 5656 con tre persone, 3987 con 4 persone, 1156 con 5 persone e 695 con 6 persone e oltre. 

Anche l’età del matrimonio si sta progressivamente spostando sia per gli uomini che per le donne: ci si sposa mediamente dai 30 anni, per raggiungere la più alta registrazione verso i 40. Nel 2018 sono stati celebrati 119 matrimoni, di cui 62 con rito religioso e 57 con rito civile; a questi, avvenuti tra celibi e nubili, ne dobbiamo sommare altri 61 avvenuti tra vedovi/e, divorziati/e ecc.  

Naturale quindi che l’indice di fertilità diminuisca progressivamente con l’avanzare dell’età, accompagnato anche da problemi di infertilità diffusi, cui si cerca di rimediare con la fecondazione assistita. Permane il ricorso all’aborto con 156 interruzioni di gravidanza nel 2018, accompagnato da un indice di natalità (nati ogni 1000 donne in età fertile) che  sta progressivamente diminuendo. 

E’ vero che sul futuro delle giovani coppie pesano tanti fattori: dalla ricerca del lavoro alla sua stabilità, al problema della casa, al costo dei figli, problemi che, a detta di esperti, tenderanno ad aggravarsi nel dopo Covid-19, con ulteriore riduzione della fecondità per problemi economici e psicologici. In un recente convegno tenutosi a Modena [“La natalità (non) è una questione pubblica”] sono stati analizzati ulteriori  fattori che incidono sul calo delle nascite. Silvia Vegetti Finzi, psicoterapeuta con tante pubblicazioni sulla maternità, affronta il rapporto donna-maternità da diversi punti di vista. Ha citato alcune ricerche, condotte nella nostra provincia, che sottolineano il forte divario tra i figli desiderati e i figli avuti, tra i desideri e la loro realizzazione, con conseguente senso di incompiutezza e frustrazione da parte delle donne. Sono timori che interdicono il futuro, rappresentano una posizione difensiva, in ogni modo una frattura tra il corpo e la mente. E’ vero che le famiglie dovrebbero essere aiutate con defiscalizzazione, assegni, attenzione alla conciliazione, diffusa consapevolezza che i figli e le famiglie sono una risorsa, anche dal punto di vista economico, ma occorrerebbe anche scendere in profondità e raggiungere le demotivazioni interiori. 

In sostanza sono importantissime le riforme, ma altrettanto importante il sostegno dell’ambiente, l’elaborazione delle emozioni, gioie che venivano trasmesse e possono essere trasmesse anche oggi per raggiungere l’interiorità delle giovani donne. Ad avvalorare la sua idea la Vegetti Finzi ritiene che manchi una cultura della maternità, ora marginale, ma da porre al centro affinché la progettazione materna avvenga in un contesto di trasmissione anche familiare. Abbiamo schiacciato l’acceleratore sullo studio, sul lavoro, trascurando di parlare di uguaglianza nella diversità, della possibilità di avere sia dei figli che un lavoro. Sono la sopravalutazione del lavoro, la ricerca del successo che rinviano tante maternità che si trasformano in sterilità. Le donne che decidono di avere figli non devono giustificarsi, ma avere l’orgoglio di fare la cosa più importante per il mondo. Silvia Vegetti Finzi ha dedicato il suo ultimo saggio alle giovani donne: “Nell’epoca della fretta, molte giovani donne si trovano sole, smarrite al momento di realizzare il desiderio di un figlio. Per aiutarle è allora opportuno riallacciare un dialogo tra le generazioni ove alcune troveranno la possibilità di rievocare situazioni ed emozioni che credevano dimenticate, altre di sentirsi motivate e preparate ad accogliere l’ospite più atteso, il figlio che nascerà”.

Gabriella Contini