Pista sinodale per la futura relazione delle due diocesi
Domenica 22 gennaio uno stesso articolo è apparso sul Resto del Carlino e sulla Gazzetta di Modena, una cosa insolita e meritevole di essere approfondita. Riferiva delle esternazioni del cardinale Zuppi, arcivescovo di Bologna e presidente della Conferenza Episcopale Italiana, sulla fusione o affiancamento di parrocchie e pure di diocesi. Il porporato puntualizzava la distinzione tra l’espressione “diocesi di Modena e Carpi” e l’espressione “diocesi di Modena-Carpi”. La seconda alternativa significherebbe una sola diocesi, mentre la prima due distinte diocesi, ma unite nella persona di un unico vescovo. Fra l’altro poi alludeva alla previsione che fa trent’anni l’esistenza di una sola diocesi con un unico vescovo non susciterebbe rimpianti.
Bene ha fatto il vicario generale di Carpi a precisare su Notizie che al momento non c’è nessuna fusione in un’unica diocesi e che c’è una lodevole collaborazione tra Modena e Carpi.
In prima battuta penso personalmente che la fusione delle due diocesi sia la migliore soluzione. Tuttavia vorrei comprendere meglio la problematica nei suoi pro e contro e soprattutto che non si prendessero decisioni sulle nostre teste, eventualmente in forma strisciante. La via giusta, e anche migliore da un punto di vista pratico, è una pista sinodale, proprio ora che tutta la chiesa è “in sinodo”. E’ stato chiesto il parere sulla fusione di alcuni uffici e commissioni delle due diocesi a livello dei vertici degli stessi e già vi funziona l’unificazione. Sarebbe giusto coinvolgere il popolo di Dio, presbiteri, diaconi, religiosi e laici, non solo sui dettagli, ma anche sul progetto globale e i suoi tempi. E’ meglio una diocesi unica o due? Nella sperimentazione che stiamo facendo a che punto siamo?
Non propongo un “cantiere sinodale”, cioè la forma proposta quest’anno a tutte le diocesi in Italia: è stato escluso dal Consiglio presbiterale riunito con il vescovo. Propongo una consultazione allargata, secondo l’antico principio “Quod omnes tangit, debet ab omnibus approbari” (Ciò che tocca tutti, da tutti deve essere approvato). (Lib. VI Decretalium,5,12,29). Pertanto una consultazione di base fondata su dati oggettivi, compresi quelli economici, senza lasciare la scelta a sentimenti e nostalgie campanilistiche.
Carlo Truzzi