Le coppie di oggi si costituiscono su basi e principi diverse da quelli di poche generazioni fa.
Se allora ci si metteva assieme per formare una famiglia, l’orizzonte era la durata della vita e il progetto era quello di una esperienza condivisa. Oggi il principio per cui ci si mette insieme è invece più individualistico: mi metto con te così realizzo la mia felicità. Risulta evidente che con simili premesse all’inevitabile sorgere di screzi, diverbi e visioni diverse nella coppia, ognuno senta minacciato il proprio progetto di felicità, e tenda ad allontanarsi da colui o colei che ritiene gliene impedisca la realizzazione.
Tale visione però richiede “la novità dell’oggetto” che prevede la rincorsa perpetua del desiderio, col tempo non più rinvenuto nella coppia. Molte ricerche evidenziano che questa continua ricerca del nuovo, produce spesso scontentezza.
Vediamo la situazione a Carpi nel 2019: su 71.838 residenti, i divorziati erano 2.850, pari al 3,9%.
I coniugati erano 31.457, pari al 43,7% dell’intera popolazione e pertanto molto meno della metà (ricordiamo che il dato nazionale dei coniugati, nel 2018, era del 47%).
Anche a livello locale e senza tener conto delle separazioni già avvenute e quelle in atto, il legame familiare e di coppia appare in difficoltà.
Fra le cause di tale situazione si possono indicare la pressione culturale e sociale che spinge verso le realizzazioni personali e il consumo immediato anche per quel che riguarda i sentimenti.
Fra le teorie che hanno analizzato la comunicazione ne va ricordata una che si è soffermata sui rapporti di coppia, evidenziando le regole che presiedono alla comunicazione.
La coppia asimmetrica, o autoritaria, di qualche generazione fa, oggi è quasi del tutto scomparsa nella nostra società, anche se i suoi effetti psicologici si fanno ancora sentire. Basti vedere il numero significativo di femminicidi compiuti dal maschio, il quale sarebbe disorientato dalla perdita del suo ruolo storico. E tuttavia per molte ragioni (non ultime quelle economico-sociali) la coppia asimmetrica era funzionale a quella società. Le regole erano chiare per tutti e chi le infrangeva se ne aspettava le conseguenze.
Oggi non è più così, la coppia è paritaria, la donna lavora e spesso si vede nella coppia una suddivisione nei lavoro domestici e di cura. Ma la coppia paritaria per funzionare richiede la conoscenza e il rispetto di regole molto diverse dal passato. La mancata conoscenza di queste regole e pertanto il mancato rispetto delle stesse, assieme ad una visione individualistica, porta spesso a situazioni via via più conflittuali che a volte sfociano nella separazione.
Che il vincolo del matrimonio sia in crisi lo dice il rapporto del Censis di qualche anno fa, che in una proiezione fino al 2031 afferma che per quell’anno nessuno si sposerà più in chiesa.
Che fare allora? Sarà forse insufficiente, ma certamente appare indispensabile far sì che le nuove coppie siano attrezzate culturalmente ad effettuare il viaggio che le aspetta con sufficiente cognizione di causa, e non solo con la buona volontà.
Renzo Gherardi