Il rischio dell’oblio per Don Venturelli?
Si è concluso, con una concelebrazione in cattedrale presieduta dal vescovo Erio, il ciclo di iniziative assunte nel 75°anniversario del martirio di don Francesco Venturelli, il parroco di Fossoli, assistente del Campo di Concentramento, assassinato nel compimento del suo servizio sacerdotale. Sul settimanale diocesano sono stati pubblicati alcuni nuovi contributi, per far conoscere ai lettori ulteriori aspetti del personaggio e del contesto storico-politico della sua uccisione nel gennaio 1946.
Ora potrebbe profilarsi un rischio. Superato il tornante significativo del 75°, la memoria di questo martire tornerà nel silenzio e nell’oblio? Il timore può essere legittimo. Non si è colta l’occasione dell’ importante ricorrenza per porre un segno adeguato, visibile, concreto e duraturo (una tomba decorosa in luogo idoneo, una lapide, un cippo, o altro) che perpetui efficacemente nella comunità diocesana e nella cittadinanza tutta il ricordo del martirio di don Francesco. Induce qualche riflessione questo ritardo della Diocesi, mentre l’Amministrazione Comunale ha intitolato da tempo al parroco di Fossoli un piazzale in città e un percorso ciclo-pedonale nella frazione, e lo Stato lo ha insignito della medaglia d’oro al valor civile.
E ci si chiede: le centinaia di firme raccolte sotto la petizione per l’apertura del processo per la possibile “beatificazione”, presentata al Vescovo il 15 agosto scorso, rimarranno in un cassetto a tempo indeterminato? La domanda non è fuori luogo, visto che non si è avuto fin qui neppure un modesto riscontro pubblico all’iniziativa popolare promossa da Scintilla. Se poi, per motivare questa cautela, si tirasse in ballo la mancanza, nel caso di don Venturelli, di una “fama diffusa” della sua virtù eroica fra i fedeli, si denuncerebbe proprio in tal modo, paradossalmente, l’atteggiamento omissivo della Diocesi, che per decenni non ha saputo far emergere nella comunità ecclesiale la consapevolezza della “santità sacerdotale” di questo martire, solo ora esplicitamente riconosciuta.
Don Francescco infatti non ha potuto contare, a differenza di altri, sul supporto commemorativo di un ordine religioso, di un’associazione o di un movimento ecclesiale di appartenenza. Come membro del presbiterio locale, alla Diocesi in primo luogo competeva l’onere di onorarne coraggiosamente la memoria. E se questo è stato fatto in passato in modo saltuario e troppo timidamente, per il futuro un atteggiamento simile sarebbe del tutto ingiustificato.
“I martiri sono beati” ha affermato in questi giorni papa Francesco, ricordando le vittime delle persecuzioni contro i cristiani nel nostro tempo. Secondo i dati ufficiali raccolti e pubblicati dal sito Vatican News, fra il I° ottobre 2020 e il 30 settembre 2021 sono stati 5800 gli uccisi nei cinquanta Paesi più ostili, il 23% in più dell’anno precedente. E’perciò evidente il dovere di fare memoria non episodica della suprema “testimonianza” di chi ha versato il sangue per la fede a Cristo; un “valore” che la Tradizione millenaria della Chiesa ha sempre considerato vitalmente fecondo per l’evangelizzazione. Lo attestano anche le sette nostre parrocchie dedicate a santi “martiri”.
In un’epoca in cui tanta sacrosanta riprovazione viene espressa nei confronti di uomini di Chiesa rei di comportamenti indegni, sarebbe assurdo e miope lasciare “sotto il moggio”, anziché porre “sul lucerniere” l’esempio luminoso di chi, come il parroco di Fossoli, ha sacrificato la propria vita per compiere il suo ministero sacerdotale. Del resto la prossima beatificazione a Modena di don Lenzini, ucciso nel 1945 in modo del tutto analogo a don Venturelli, renderebbe incomprensibile un’eventuale ritrosia a procedere con convinzione sulla medesima strada.
E’ dunque ragionevole coltivare la speranza che, per la valorizzazione di questo presbitero “martire”, si agisca sollecitamente con la determinazione adottata per altri “testimoni esemplari” della nostra Chiesa di Carpi. La figura di Don Francesco non pare meno meritevole di un formale e solenne riconoscimento.
Scintilla