La varia fede degli italiani

La varia fede degli italiani

Franco Garelli ha diretto la più recente inchiesta sulla fede degli italiani: Gente di poca fede. Il sentimento religioso nell’Italia incerta di Dio, Bologna, Mulino, 2020. E’ un quadro motivato di ciò che non è poi difficile percepire da parte nostra, anche se in modo più incerto.

Anzitutto si conferma che i profeti di sventura degli anni Sessanta, che andavano dicendo che “Dio è morto” o quasi nella ”città secolare” (H. Cox), si debbono ricredere. Il sentimento religioso  ovunque  nel mondo è vitale. Lo sono meno le religioni storiche. Anche il cattolicesimo in Italia vive una stagione “autunnale”. Tiene, nel senso che l’italiano si pensa normalmente cattolico, ma in gran parte come cattolicesimo “culturale”. La fede “certa” è scesa in trent’anni dal 51 al 37%, quella “dubbiosa” è salita dal 30 al 39 %; la non credenza è salita dal 18% al 24%. C’è un “fai da te” che spazia dalla pratica religiosa (messa, sacramenti) al non uniformarsi alle direttive della chiesa in campo etico, specialmente sessuale. Accanto alle diverse tipologie delle sintesi individuali c’è anche una mobilità nelle scelte personali, specialmente nei giovani.

Queste tendenze sono in atto da vari decenni. Ricordo che G.Scarvaglieri, Religione e società a confronto, Reggio Emilia, 1982, già sottolineava una carenza di “ascrizione” (cioè adesione solida) dei cattolici della diocesi di Reggio Emilia. Qualcosa di analogo a Garelli rilevava anche l’inchiesta sulla diocesi di Mantova: L’arcobaleno e i suoi colori. Dimensioni della religiosità, modelli di vita e valori, a cura di S.Martelli, Mantova, 1994. Garelli conferma che l’istituzione chiesa trova più adesione al Sud, senza però che ci sia una vera controtendenza.

Pluralismo e mobilità delle posizioni, favoriti anche dalla presenza dell’8% di popolazione immigrata, sono le caratteristiche salienti. Il secondo annuncio. La grazia di ricominciare

Non essendo possibile entrare nei dettagli, elenco semplicemente i capitoli. 1. Le credenze. Ateismo, fede certa, fede dubbiosa. 2. La varietà cattolica e il dinamismo delle minoranze religiose. 3. Stanchezza della pratica. Preghiera, riti comunitari di passaggio, religiosità popolare. 4. Vitalità del sentimento religioso. 5. Il mantra negativo nei confronti della chiesa. 6. Francesco: un papa controcorrente o di facciata? 7. Spiritualità orizzontale o spiritualità verticale? 8. I dilemmi etici degli italiani. Morale pubblica e privata, bioetica ed eutanasia. 9. Vivere credere in un’epoca multireligiosa.

Il contributo dell’anziano ed esperto sociologo merita di essere letto attentamente. Il “Che fare?” ovviamente è un’altra cosa. Non vedo però proposte sistemiche veramente pratiche e vitali.  Finora la proposta che più mi ha convinto è quella di E.Biemmi, Il secondo annuncio. La grazia di ricominciare, e poi La mappa, Bologna, EDB, 2011 e 2013. Ne riparlerò a breve. 

Carlo  Truzzi