I nuovi canonici della Cattedrale portano al collo una croce appesa a un cordone simil-episcopale. Alcuni amici l’hanno identificata come la “croce estense” concessa dal duca di Modena al Capitolo. Si presenta come una sottile lamiera di metallo ordinario. Con le sue punte richiama la croce di Malta. Sul verso nulla. Sul recto reca un piccolo cerchio bianco con la lettera M e due C a dorsi contrapposti. La M può richiamare Maria (Assunta). Ma il resto?
In realtà però la “croce estense” – mi dice l’amico dott. Alfonso Garuti – era un’insegna in oro con smalti. La forma era quella della croce greca con due bracci rettangolari di uguale lunghezza. Vi figuravano l’aquila estense e le lettere E. M. intrecciate, abbreviazione di Estensis Munificentia, per liberalità del (duca) d’Este. Veniva concessa come onorificenza. Istituita dal duca Francesco III (1737 – 1780), venne conferita nel 1768 al Capitolo di Correggio, nel 1772 a quello di Carpi e nel 1778 a quello di Mirandola. Ne godette anche l’abate della Pomposa di Modena.
La croce dei canonici non incorre certo nel biasimo che merita una “croce elegante”, giustamente sollevato nell’ultimo numero di “Notizie”, ma, purtroppo, come croce “estense” è fasulla.
Carlo Truzzi