Una ricerca del Cnr, partner in una ricerca internazionale del 2013, segnala che solo il 7% dei bambini italiani della scuola elementare si reca a scuola da solo, a fronte del 41% dei bambini inglesi e del 40% di quelli tedeschi. Il tragitto di ritorno è compiuto dall’8% dei bambini italiani a fronte del 25% dei bambini inglesi e del 76% di quelli tedeschi.
Per le medie inferiori i ragazzini italiani salgono al 34%, contro il 68% dei tedeschi e il 78% degli inglesi.
A Carpi per verificare tale aspetto basta vedere l’intasamento di auto nei momenti di entrata e uscita da scuola intorno a viale Peruzzi, sede di diverse scuole superiori.
Questi dati rimandano all’idea di autonomia ed al modo in cui essa è proposta alle nuove generazioni.
Fino a pochi decenni fa ai bambini venivano affidati incarichi da svolgere in casa e fuori, come sorvegliare fratellini più piccoli, effettuare compere, e svolgere semplici mansioni in casa.
Non intendiamo volgere uno sguardo nostalgico verso un passato, che nei casi peggiori negava l’infanzia e comprimeva l’adolescenza, in cui si diventava adulti troppo in fretta.
Tuttavia non c’è dubbio che allora come oggi, quello dell’autonomia rimane un principio educativo importante. E’ qui il caso di richiamare un assunto del metodo Montessori che consiste all’aiutare il bambino a fare da sé.
L’autonomia può essere considerato come “il dono più profondo della genitorialità”.
Saper fare da soli favorisce l’autostima, incrementa la reciproca fiducia tra adulti e bambini e invoglia questi a mettersi alla prova e ad assumere responsabilità.
Un altro esempio può essere fornito dall’esecuzione dei compiti a casa. Si tratta di rinforzare le acquisizioni fatte a scuola e ciò riguarda esclusivamente gli studenti, piccoli o grandi. Eppure è spesso oggetto di discussione anche sui giornali, l’aiuto fornito da genitori o famigliari, che a volte arrivano a sostituirsi agli alunni. Dietro a tale comportamento pare esserci un atteggiamento vincolato al principio di prestazione: di fronte a un ostacolo del figlio i genitori pur di difenderlo ad oltranza sono pronti persino a rompere il patto generazionale con gli insegnanti. Accade così che è la famiglia che si modella sulle richieste dei bambini e non il contrario. Un altro atteggiamento dei genitori di oggi è quello di essere amati dai loro figli, al contrario del passato dove erano i figli che si chiedevano se i loro genitori li amavano. Questa tendenza “paralizza il gesto educativo” per cui il genitore per essere amato dice sempre di sì.
Rimangono ovviamente molte le occasioni in cui si possono far sperimentare alle nuove generazioni forme crescenti di autonomia: dagli incarichi, alla paghetta, all’età in cui concedere l’utilizzo degli smartphone e internet, alle prime uscite con gli amici, per fare solo qualche esempio.
In ogni caso l’assunzione di sempre maggiori spazi di autonomia comporta anche maggiori responsabilità e il differimento delle gratificazioni più immediate, a favore di più importanti traguardi.
Renzo Gherardi