Molti sono stati i titoli e i commenti all’articolo su Notizie del direttore (poi dimissionario) in odore di simpatie leghiste, alla vigilia dello storico ballottaggio a Carpi e Mirandola per la poltrona di sindaco. In merito sembra opportuno esprimere un paio di riflessioni, soprattutto riguardo ai risvolti di fondo propriamente ecclesiali, emersi con significativa evidenza.
In primo luogo la pubblicazione sul settimanale diocesano di un’analisi politica scopertamente di parte, lungi dal rappresentare un mero “incidente” mette a nudo i gravi limiti di una gestione editoriale che, rifiutando ogni ipotesi di sana e produttiva “collegialità”, ha delegato ogni scelta ad un solo fidato responsabile, prete per di più solo di recente inserito nella realtà carpigiana. Ne è scaturito un giornale che, nello sforzo velleitario di imitare Famiglia Cristiana, offre al lettore un pasto pantagruelico in cui compare di tutto un po’, dalle consulenze degli esperti sui quesiti più vari presentati da anonimi lettori ai suggerimenti a chi cucina o cura l’orto. Se è poi in qualche modo comprensibile la sovrabbondanza di spazi riservati alla cronaca locale, appare evidente che si privilegia per lo più il tono descrittivo anziché l’approfondimento. Nelle poche pagine dedicate agli eventi o alle situazioni ecclesiali o alla catechesi non si è saputo o voluto prevedere un ambito riservato sistematicamente ai lettori, sollecitandoli a esprimersi e ad arricchire un confronto che è vitale per la crescita culturale e una sempre più matura e partecipata consapevolezza della comunità dei fedeli. Altra cosa, sostanzialmente diversa dal pubblicare semplicemente il racconto di un pellegrinaggio o i dettagli della visita in parrocchia del Vescovo.
La rinuncia a coinvolgere concretamente i lettori su problematiche sociali ed ecclesiali è comprovata anche dall’assenza totale di interviste o di confronti in redazione, utilizzati opportunamente talora dal precedente direttore Luigi Lamma.
E che dire dell’argomento utilizzato dall’editore di Notizie che si è dissociato dalle tesi filo leghiste del direttore, sostenendo che la linea del settimanale è improntata “ad assoluta equidistanza ed indipendenza di giudizio rispetto ad ogni vicenda politica sia locale sia nazionale”? Ci pare un’affermazione sorprendente se si considera che da sempre la Chiesa, oggi la Cei con il suo quotidiano Avvenire ogni giorno esprime giudizi e valutazioni sulle “vicende politiche”: dalle minacce di guerra allo sfruttamento dei popoli e delle persone, dalla introduzione di leggi e di atti amministrativi che non tutelano la vita e la famiglia alle scelte di chiusura più che di accoglienza verso i migranti. E potremmo elencare a lungo.
Siamo fedeli allora di una diocesi che sulle vicende politiche sceglie l’equidistanza, cioè NON sceglie di esprimere valutazioni? Ci piacerebbe pensare che l’editore di Notizie sia solo incappato in una frettolosa e maldestra presa di distanza. Comunque sia, dato che evangelicamente oportet ut scandala eveniant, perché non cogliere l’occasione per una riflessione seria sul ruolo e la funzione del settimanale diocesano oggi, tempo di vero e proprio cambio d’epoca, per dirla con Papa Francesco?
Scintilla