Il sindaco che verrà

Il sindaco che verrà

Manovre e sussurri

In questi giorni le pagine della stampa locale ci propongono scenari, ipotesi, candidature su chi sostituirà Alberto Bellelli, che non può essere rieletto, dopo il secondo mandato, nel ruolo di primo cittadino di Carpi il prossimo anno. Ovviamente si mescolano confusamente verità e fantasia, informazioni raccolte chissà come, spacciate per sicure, e preannunci utili ad annusare l’aria che tira, o per “bruciare” questo o quel nome.

Anzitutto da non pochi ambienti si tira in ballo la questione di genere. Ohibò, dopo settant’anni di uomini al vertice dell’Amministrazione Comunale, è ora di scegliere una donna, anche per la città dei Pio. Non sono forse state le donne a trainare lo straordinario sviluppo economico del nostro territorio  nei decenni del  secondo dopoguerra? Aspirazione dunque non infondata, ma da corroborare con riferimento, più che alla carta di identità, a capacità e competenze, meglio se collaudate concretamente in ruoli gestionali nell’ente pubblico.

Un secondo interrogativo riguarda il possibile “ribaltone”, l’ascesa al potere comunale, per la prima volta dalla Liberazione, di una compagine di centro-destra, in nome di quel “vento”politico che sembra prevalere in Italia e oltre, nonché della voglia di “novità”, che di per sé non sempre può essere buona consigliera nella cabina del seggio elettorale. Si tratta di un’ipotesi, auspicata o temuta che sia, positiva per la nostra comunità solo se interpretata, non da polemici “urlatori” dalla battuta pronta, ma da amministratori saggi, capaci e pensosi del bene comune.

Il che vale ovviamente pure per una maggioranza colorata nel segno della continuità post-comunista: Losi, Campedelli senior, Cigarini, Bergianti, Malavasi, Campedelli junior, Bellelli, e avanti il/la prossimo/a. Con il solo PD alla guida? Con un “campo largo” esteso a civici e alleati storici, ma anche ai fin qui irriducibili avversari 5S? Il dilemma su questo terreno diventa squisitamente politico, oltre a provocare scintille, per ora solo braci sotto la cenere, fra i numerosi aspiranti sindaci di quest’area, di cui le cronache ci informano minutamente. Il dibattito è avviato. Primarie sì o no, di partito o di coalizione? Con qualcuno “vissuto”, che, scetticamente, avvisa: “Guardate che la scelta del candidato sindaco piomberà dall’alto, magari sulla base di trattative e accordi  a livello provinciale o regionale”.

E che dire della voce che preannuncia la presenza nell’agone elettorale di una lista propriamente “civica”, del tutto autonoma dagli opposti schieramenti tradizionali, capace di mobilitare personaggi stimati e qualificati della collettività carpigiana? Insomma, una lista all’insegna della competenza  gestionale e libera da ogni suggestione politico-idelogica e vincoli partitici. Tutto può essere, ma qualche scetticismo in proposito è legittimo, per chi conosce la  tradizionale propensione di certi “mondi” professionali locali a privilegiare, sul piano pubblico, la neutralità e la mediazione  rispetto allo scontro frontale, proprio della competizione politico-amministrativa. Eventualità comunque da non scartare a priori, soprattutto  nel caso che le attuali opposizioni di centro-destra, valutando difficile la vittoria “in proprio” e sfruttando la norma che consente il voto “disgiunto”, o in caso di ballottaggio, facciano filtrare la disponibilità a supportare un candidato “civico”, pur di provocare lo storico “ribaltone”.

Infine non è mancato qualche accenno alla possibilità, in ambito centro-sinistra, di una candidatura di matrice “cattolica”, cioè di un personaggio di ascendenza politica in qualche modo democristiana, o comunque  di una figura di questa ispirazione, inserita e operante nel tessuto socio-culturale carpigiano. Un sindaco così connotato del resto non sarebbe il primo nella pianura modenese, un’area ove da sempre hanno governato Giunte di questo fronte. In qualche  Comune della zona infatti si è già registrata una tale situazione. A Modena e a Carpi però non è ancora successo. Accadrà nel 2024? E, nel gioco delle trattative, toccherà proprio alla nostra città?

Vedremo quanta sostanza abbiano questi rumors. Per adesso siamo alle tattiche preliminari, in cui, per non uscire allo scoperto, magari si adotta la linea “prima i programmi e poi i candidati”.  Però tutti gli addetti sanno bene che, per blandire gli elettori, sulle “proposte” si può anche barare con promesse vaghe o di ardua attuazione. Sulla scelta del  candidato timoniere, no.

Pier Giuseppe Levoni