Il piano ARP della Chiesa italiana

Si avvil il Cammino Sinodale

Si avvia il “Cammino Sinodale”

Mentre il vescovo Erio preannuncia su Notizie l’iter per una sempre più stretta integrazione fra le due diocesi nell’affrontare i problemi di comune interesse, a partire da un possibile ridisegno territoriale, imposto soprattutto dal calo del clero, le acque si agitano anche a livello nazionale.

La  CEI, la Conferenza dei  Vescovi italiani, considerando che ci troviamo, dopo la pandemia e non solo, “nel tempo della rinascita”,  ha promosso in questi giorni il suo Piano ARP: Ascolto, Ricerca, Proposta. Vediamo di che si tratta. Il progetto scaturisce essenzialmente da due constatazioni: 

1) papa Francesco da sei anni ormai chiede che la Chiesa italiana assuma finalmente il criterio della “sinodalità”, perno della sua programmatica “Evangelii Gaudium”, 

2) i Convegni decennali (Roma, Loreto Palermo, Verona, Firenze)  non hanno determinato quella “conversione pastorale” in senso missionario da sempre invocata.

Urge allora cambiare. Non più, si ipotizza, piani promossi “dall’alto”, sia pure dopo le più ampie consultazioni, bensì processi avviati “dal basso” ( parrocchie, diocesi, associazioni, movimenti, ecc.), per rinnovare “l’agire ecclesiale attraverso un costante discernimento comunitario”. Onde evitare chiacchiere a ruota libera e scarsamente produttive, verranno predisposti  “strumenti operativi”, per orientare l’ascolto “dal basso”, favorendo l’espressione della multiformità dei territori e il confronto fraterno e costruttivo.

L’attenzione verrà indirizzata, fra l’altro, su alcune tematiche, già individuate: la forma di Chiesa per il futuro prossimo, l’Eucaristia domenicale al centro della vita ecclesiale, l’accompagnamento delle famiglie, la presenza dei giovani nel cuore della Chiesa, l’attenzione verso i poveri, l’impegno sociale e culturale dei cristiani. Questo piano ARP impegnerà le realtà ecclesiali per il prossimo anno e mezzo.  Nel 2023 le indicazioni emerse dalla periferia troveranno a livello nazionale un “momento unitario di raccolta, dialogo e confronto con tutte le anime del cattolicesimo italiano”, approdando poi nel 2024 alla “sintesi delle istanze emerse e consegna a livello regionale e diocesano delle prospettive di azione pastorale con relativa verifica.

L’iter quindi è ben delineato, ma il successo dell’operazione, al di qua dell’aiuto dello Spirito, dipende ahimè da molti fattori. A partire dall’atteggiamento di una base clericale e laicale,fervente nelle pratiche rituali e generosa nell’impegno caritativo, ma troppo spesso poco disponibile all’approfondimento e alla riflessione sulle problematiche della vita ecclesiale. E ciò non solo per sua responsabilità.

Tornando alla nostra dimensione bi-diocesana, è auspicabile che il metodo “dal basso” trovi concreta e ampia applicazione sia nei processi in atto nella Chiesa locale sotto la guida di don Erio, sia nel collaborare all’attuazione del Piano ARP della CEI.

Pier Giuseppe Levoni