Nella recente newsletter dell’ ACLI locale don Erio sviluppa un commento al Natale che dalla stalla di Betlemme arriva anche alla politica, in primis a quella dei cattolici. Su quale tema? La difesa della vita senza distinguo. Quella povera stalla infatti è concretamente “la casa della vita nascente e della vita indigente,” cioè il luogo dell’ “accoglienza di una vita che chiede di spuntare dal grembo e di una vita che chiede di scendere dal barcone.”
Il messaggio è esplicito: per i cristiani, specie per quanti operano in ambito pubblico non è coerente dividersi ,“schierandosi tra le due file contrapposte”: quelli che pongono l’accento solo sugli aspetti antropologici (contro l’aborto) e quelli attenti solo alle problematiche sociali ( contro la discriminazione e il razzismo). Insiste don Erio: “La vita è vita:punto. Che sia dal grembo o sul barcone, trae la sua dignità dal fatto che esiste, che c’è, e non dal corrispondere ai criteri esterni imposti da una società.”
Sembrano valutazioni inequivocabili, quasi scontate in teoria. Perché invece, in pratica, lo schierarsi “tra due file contrapposte” è tanto frequente, al punto che i principi si sfarinano e vengono quasi per inerzia messi sotto silenzio, nella coscienza dei singoli ma soprattutto nell’assumere posizioni e scelte sociali e politiche?
Le ragioni ci paiono almeno di tre ordini. Anzitutto l’immersione inevitabile delle persone in un clima culturale fortemente secolarizzato, o, come affermano i sociologi, addirittura postcristiano, che induce una sempre minore influenza, sulle opinioni e sui comportamenti, dei valori fondamentali della Dottrina Sociale della Chiesa, considerati talora anche fra i credenti come opzionabili a piacere. Valutazioni e decisioni vengono così assunte sotto la spinta di situazioni concrete ed influenze esterne, magari in contraddizione palese con l’ispirazione cattolica, cui pure si fa riferimento.
Quando poi si scende sul terreno specifico della prassi politica, il rischio aumenta, sia per il singolo cittadino che per chi riveste un ruolo nelle formazioni politiche e nelle istituzioni. Su questo terreno si intersecano infatti aspetti etici, valutazioni economiche, interessi personali o di gruppo, opzioni tecniche di risoluzione dei problemi, logiche di partito, strategie e vincoli internazionali. Dividersi fra cattolici è quindi frequente, quando nei diversi “campi” assume prevalente importanza questo o quel valore, e fare “unità” comporta metterci la faccia senza ipocrisia.
Infine la divisione viene alimentata nei fedeli quando i Pastori, con le parole e con i gesti (oggi tanto influenti), non sanno andare oltre la loro personale sensibilità ed esperienza, e non bilanciano ogni giorno, con la sapienza dello Spirito, i richiami al “grembo” e al “barcone”.
Pier Giuseppe Levoni