E’ formalmente partita in questi giorni l’iniziativa di ricostruire in Italia un partito per i cattolici. Promossa da diversi soggetti culturali, fra cui Politica Insieme, capeggiata da Stefano Zamagni (Presidente della Pontificia Accademia delle Scienze Sociali) e Leonardo Becchetti ( docente di economia ed editorialista di Avvenire), l’iniziativa parte con il lancio di un Manifesto in cui si delineano l’ispirazione e alcuni elementi ideali e programmatici essenziali. Slogan come “ mai integralisti, mai laicisti”,”alternativi al centrosinistra e al centrodestra ma antitetici ad un centrodestra a trazione salviniana”, “spazio aperto a tutti gli onesti e democratici”, indicano un posizionamento che richiama il centrismo degasperiano. A loro volta i contenuti socioeconomici, pur sommariamente individuati, rivelano già un percorso ispirato al popolarismo sturziano, robustamente integrato ed innovato secondo le emergenze attuali imposte dalla globalizzazione, dalla finanziarizzazione dell’economia che accresce le diseguaglianze, dallo sfruttamento irrazionale del pianeta. Su questa base i promotori intendono sviluppare il confronto più largo nei prossimi mesi attraverso gruppi di elaborazione su tutto il territorio, per giungere a formulare un vero e proprio Programma e presentarsi poi, se il percorso troverà riscontri positivi, alle scadenze elettorali, in primo luogo a quelle amministrative.
Siamo dunque di fronte ad un progetto strutturato per superare l’odierna irrilevanza politica del cattolici, facendoli finalmente uscire dalle catacombe, dopo vent’anni di inconcludente diaspora. Rispetto ai precedenti timidi tentativi, l’iniziativa pare meno velleitaria, più partecipata e forse benedetta in qualche alto loco. Se si alimentano così molte speranze, restano tuttavia non poche perplessità. Non a caso Avvenire ha relegato a pagina 10 notizia e commenti sull’avvio ufficiale della Parte bianca, sigla provvisoria della nuova aggregazione.
Voci autorevoli dell’associazionismo e dei movimenti, dell’intellettualità cattolica e della stessa gerarchia hanno infatti a più riprese espresso dubbi sull’opportunità oggi di dar vita ad un vero e proprio partito dei cattolici. La ragione di tale riserva va ricercata primariamente nella differenza sostanziale fra impegno culturale pre-partitico e partecipazione al confronto-scontro politico-elettorale. Se sul primo, come osserva la Lettera di don Erio, lo stato di minoranza creativa non inibisce l’ efficacia, nell’agone politico tale stato resta improduttivo senza alleanze, che inevitabilmente possono essere diverse ed opposte, a seconda del principio o valore di volta in volta in gioco. Questo insegna la storia di ogni partito di ispirazione cristiana in qualsivoglia regime democratico. Il dilemma quindi resta: per superare l’irrilevanza, è più fecondo agire direttamente con uno strumento proprio o influire dall’esterno, dialogando con tutte le forze in campo?
Sarà interessante vedere cosa succederà qui. Si manifesteranno adesioni alla Parte bianca e al suo sforzo per dar vita ad una concreta presenza politica autonoma, con qualche ricaduta sulla collocazione attuale delle persone già impegnate su questo fronte? Contemporaneamente, riuscirà ad essere davvero creativa sul piano socio-culturale, come auspica don Erio, la nostra comunità diocesana?
Scintilla intende contribuire concretamente al confronto locale su queste importanti prospettive.
Pier Giuseppe Levoni