Fuori dall’oblio

Don Francesco Venturelli

Don Francesco Venturelli

Nello scorso maggio il Gruppo di Riflessione Scintilla avviò il suo impegno per sollecitare la Chiesa di Carpi a dare finalmente “adeguata memoria” al parroco di Fossoli, che si è speso nell’aiuto spirituale e materiale ai detenuti nel Campo di concentramento, prima e dopo la Liberazione, ucciso nel gennaio 1946 da odio omicida. Il nome di questo presbitero era del resto già presente, sia pur fugacemente, nell’elenco dei testimoni eccezionali  della nostra terra riportato nella Lettera Pastorale di don Erio di alcuni mesi prima.

La ricorrenza del 75° anniversario di quella tragica ma luminosa vicenda esigeva, a nostro avviso, un rinnovato impegno della Diocesi per liberarla una buona volta  da un ingiusto oblio. Se si poteva comprendere infatti la linea prudente adottata nei primi tempi, in mesi di violenza e di radicale contrapposizione politica, meno condivisibile appariva il perpetuarsi di questo atteggiamento, quasi per singolare inerzia, nei decenni successivi. Si ebbero infatti solo sporadiche celebrazioni liturgiche, per lo più in ambito parrocchiale, la stesura di cenni biografici di scarso impatto nella comunità ecclesiale, e qualche momento di commemorazione negli incontri del clero. Un ricordo, insomma, del tutto insufficiente e in stridente contrasto con i riconoscimenti concreti e ufficiali  al servizio benemerito di Don Venturelli da parte delle autorità civili, locali e statali.

Alla fine di giugno Scintilla ha rivolto perciò un appello a don Erio affinché la Diocesi cogliesse l’occasione del 75° della morte tragica di questo suo pastore buono e fedele fino all’effusione del sangue, per riconoscerne solennemente il “martirio”, e quindi “degno di un processo di beatificazione”. Il dialogo è stato positivamente avviato, si sono esaminate le possibili iniziative da attuare in spirito di collaborazione. Questo “camminare insieme” per tale scopo ha ricevuto ulteriore stimolo dalla recente decisione del Papa di proclamare Beato don Luigi Lenzini, parroco di Crocette di Pavullo, barbaramente ucciso nell’estate 1945, come tanti altri sacerdoti in questa regione. Le analogie con l’esecuzione brutale dell’arciprete di Fossoli  sono evidenti.

Ora il programma prevede anzitutto spazi dedicati su Notizie, ove il Vicario Generale già scrive che “questo omicidio atroce…appartiene al martirologio dei preti morti per non mancare al proprio dovere di ministri dei sacramenti”. Dunque è doveroso“far conoscere anche ai più giovani Don Venturelli, il suo zelo pastorale, il contesto storico del suo martirio e il valore sacerdotale della sua morte”.

 E’ il segno di un forte impegno di Chi guida la nostra comunità diocesana, nella direzione auspicata da quanti credono nel valore della testimonianza. Ne diamo atto con gratitudine.

Scintilla