Evangelizzare con le immagini

L’inizio dei lavori di recupero della chiesa di Sant’Ignazio, sede del Museo diocesano di Arte Sacra, fa ben sperare che vengano presto restituiti alla loro funzione i preziosi spazi in cui sono conservate opere che fanno parte dell’esperienza spirituale della comunità.

Il Museo diocesano ha un duplice compito: in primo luogo quello della conservazione e della tutela di opere artisticamente pregevoli e tuttavia oggi separate, per i motivi più vari, dal loro originario contesto. Compito altrettanto essenziale è la valorizzazione dei contenuti di fede delle opere custodite, veicolo e strumento di catechesi tra i più interessanti nel mondo dell’odierna dinamica comunicativa.

All’uomo di oggi “il Museo ecclesiastico deve riproporre la possibilità di senso in un’epoca che disperatamente sta cercando un significato nell’esistenza individuale e nella storia” (Timothy Verdon).

Se anche l’Evangelii Gaudium considera l’utilizzo delle immagini un efficace strumento pedagogico (EG 157), quali strategie si possono mettere in atto per affidare alla raccolta d’arte diocesana il ruolo che le è proprio? Come realizzare questo suo significativo scopo di “servizio pastorale”?

Oggi è più facile incontrare le persone al museo piuttosto che in chiesa, ma per stabilire armonia tra le opere d’arte e i bisogni delle persone, occorre che queste sappiano leggere, comprendere e apprezzare le opere stesse.

Perciò una direzione prioritaria dovrebbe essere la didattica, la promozione di corsi di iconografia, l’aggiornamento degli insegnanti e l’offerta di sussidi che aiutino nella lettura religiosa delle opere.

Eppoi, se la Chiesa vuol entrare in sintonia con il mondo di oggi, occorre cominciare a volgere lo sguardo verso l’arte sacra contemporanea, anche promuovendo iniziative che stimolino gli artisti a cimentarvisi. Ma questo è un altro capitolo.

 

Antonio Gelli