Don Venturelli costruttore della nuova Europa

Don Venturelli Costruttore

Domenica 11 luglio il Campo di concentramento di Fossoli ha avuto un riconoscimento europeo dalle massime autorità comunitarie. Giustamente è stata condannata la barbarie nazifascista e il contributo di chi è morto per un futuro democratico. Comunemente si fa riferimento alle correnti politiche e ideologiche. A volte in modo alquanto irrituale, sottacendo la molteplicità complessa delle radici della nuova Europa.

Fra queste vogliamo iscrivere le convinzioni e le azioni di chi, durante la guerra, riconosceva, al di là del nemico, l’uomo e il fratello, ispirandosi al Vangelo. Un posto particolarmente luminoso occupa sotto questo profilo don Francesco Venturelli, parroco di Fossoli e buon samaritano di prigionieri inglesi, ebrei, oppositori italiani al nazifascismo, “indesiderabili”, scampati fascisti e nazisti. La linfa delle ideologie filosofiche e politiche, dei “manifesti” e dei “programmi” nel tempo finiscono per esaurirsi in “storia”, perdendo gran parte della specifica forza propulsiva reale. La carità insegnata da Cristo invece, come dice san Paolo, “non verrà mai meno” (1Co, 13,8).

Dispiace che, quando si discusse di scrivere la Costituzione dell’Europa, ci sia stata una tenace opposizione a iscrivere esplicitamente, tra le nostre radici, il cristianesimo oltre la democrazia greca, il diritto romano e l’illuminismo, come volle G.D’Estaing. Si è poi andati oltre, arrivando al trattato di Lisbona (2007), testo base attuale dell’Unione Europea. Però abbiamo dato troppo peso al PIL e al pareggio di bilancio. Ma forse i tempi stanno cambiando e, dopo il Covid, cominciamo a ricordarci meglio che qualcuno è venuto dal cielo per dirci che siamo “fratelli tutti”. Chi ci ha creduto davvero in tempo di guerra è stato il primo amico dell’Europa democratica.

Carlo Truzzi