Riflessioni di un ingenuo
Il sottotitolo vale come un avvertenza. Le considerazioni che verranno qui fatte sono un condensato di ingenuità che, ai sapienti e colti che hanno la cortesia e la pazienza di leggermi, provocherà un risolino di sufficienza. In breve: io provo un crescente disagio di fronte all’abuso se non proprio all’oltraggio che, del nome di Dio, viene fatto da personalità di primissimo piano, leaders religiosi e politici di tutte e tre le confessioni monoteistiche, le cosiddette religioni del libro: Ebraismo, Cristianesimo, Islam. Questo è un momento in cui, l’orrore di guerre che pensavamo consegnate alla storia, improvvisamente ritorna. Ingenuamente ritenevamo che il pesante fardello di un passato di scontri e devastazioni di vite di centinaia di migliaia di donne, bambini, uomini, la modernità e lo sviluppo umano e sociale lo avessero definitivamente superato ed esorcizzato. Questa situazione, più di molte altre di natura economica, attesta quanto illusoria sia stata nei decenni scorsi la fede in un progresso inarrestabile e inevitabile delle nostre civiltà. Ad accrescere lo sconcerto appunto il supporto che le diverse parti in lotta ricevono dai capi delle proprie confessioni religiose con affermazioni che offendono chi come noi prega il Dio della pace, quella “pace che sorpassa ogni intelligenza” Fil.4,7. Non siamo nelle condizioni e non vogliamo qui fare un ragionamento di natura storico-politica, non ne abbiamo le competenze e in fondo lo riteniamo anche inutile. E non abbiamo nemmeno voglia di fare distinzioni fra le diverse fedi, anche perchè ci appaiono tutte caratterizzate da un uso strumentale della religione.
E’ un sentimento pre-analitico, quasi istintivo quello che vogliamo condividere: non si può invocare Dio come mandante delle nostre violenze! Non si può nobilitare con il concetto e la parola di “martire” la morte determinata da azioni di deliberata violenza! Non si può esorcizzare il male abusando del nome di Dio! In questi giorni ci è capitato di leggere affermazioni di Putin che ha giustificato l’aggressione a un paese sovrano e il sacrificio dei propri soldati invasori con parole del Vangelo! Ma nella copia del Vangelo che ha letto mancano le Beatitudini? “Beati i miti perché erediteranno la terra” è stato espunto dalla copia che ha in lettura?
Oltre all’offesa che tutti sentiamo per la sofferenza insopportabile di tantissimi innocenti c’è un ulteriore aggravante, la bestemmia verso quel Dio che viene utilizzato come un viatico e una giustificazione del male. Penso di esprimere sentimenti che molti altri credenti hanno provato. Al netto di tutti gli appelli al realismo e ai precedenti storici, non si può nemmeno tacere di fronte all’enormità di un uso del sacro, la Scrittura, in modi così insultanti.
Non possiamo esimerci però dal fare un passo ulteriore verso una spiegazione che non vuol essere una giustificazione. Queste fatti fanno emergere in modo molto netto il dramma che si determina quando qualsiasi religione o fede si appiattisce troppo sulla dimensione istituzionale, quella della propria collocazione nel mondo, quasi sempre utilitaristicamente al servizio del potere politico regnante, e si allontana dalla sua vocazione profetica, quella che, al “già” del momento presente, privilegia il “non ancora” che è il fondamento dell’annuncio delle fedi monoteistiche.
Ne risulta un Dio “umano, troppo umano” per citare un filosofo, Nietzsche, che infatti non ci credeva.
Non mi sfuggono le perplessità dei dotti che mi travolgerebbero con le citazioni bibliche o coraniche di un Dio che compie atti di violenza, o le considerazioni sui papi-guerrieri del Rinascimento, sulle guerre sante e poi e poi… Sommessamente vorrei far presente loro che proprio perché vogliamo che la Storia ci sia maestra, vorremmo sperare che dopo le enormi stragi che le guerre novecentesche hanno provocato, qualcosa si sia imparato; per esempio, e uso volutamente un termine religioso, che fare la guerra è un sacrilegio. (lo scrivo incrociando le dita, ma pare che almeno sull’utilizzo dell’arma atomica questa idea sia passata). E tutto voglio negare meno che il diritto dell’offeso e aggredito a difendersi.
In questa occasione, con queste deboli parole, vogliamo solo chiarire in modo inequivocabile a coloro che con rabbia e immotivato orgoglio abbracciano la spada che si illudono essere benedetta da dio, che noi a quel dio siamo atei.
Mario Lugli