Quando capita di vedere fotografie di bambini di qualche decennio fa, grosso modo fino agli anni ’60 del secolo scorso, non si può fare a meno di notare quanto grande sia la distanza con i bambini di oggi. Il confronto appare impietoso, stando alle fotografie di allora, in quanto i bambini erano spesso vestiti in modo approssimativo (salvo che negli studi dei fotografi), e sorridevano raramente.
Già questi due aspetti segnano una distanza incolmabile con le immagini dei bambini di oggi.
Le foto di questi ultimi sembrano altrettante repliche delle immagini pubblicitarie dei bambini belli, sani e sorridenti. In effetti sembra che in questi pochi decenni abbia avuto luogo una rivoluzione antropologica, tale da trasformare radicalmente la natura stessa delle nuove generazioni.
Oggi a causa di modelli socioeducativi radicalmente mutati i bambini nelle fotografie e nei video appaiono sorridenti, belli e persino più intelligenti che nel passato.
Certo oggi i bambini sin dai primi mesi di vita sono accuditi in modo più idoneo che nel passato, e sicuramente più stimolati sin dai primi mesi di vita.
Tuttavia questa immagine che vede irrompere nel nostro tempo una generazione di bambini apparentemente felici, sembra contraddire un’altra realtà, forse meno conosciuta e sicuramente meno pubblicizzata. Quella dei tanti bambini e preadolescenti che manifestano difficoltà, disagio e sofferenza. E’ soprattutto nell’impatto con la scuola, a volte a partire già da quella dell’infanzia, che si cominciano a vedere le prime difficoltà. Ciò avviene perchè in quel contesto emergono differenze e difformità che dal confronto con le diverse presenze diventano più visibili, ma anche perchè nei contesti educativo-scolastici vengono sollecitate competenze specifiche.
A questo punto però le impressioni devono lasciare il campo al dato oggettivo costituito dai numeri.
Nel territorio delle Terre d’Argine lo scorso anno scolastico 2017-18 ha visto presenti nella scuola dell’infanzia, nella Primaria e nelle Secondarie di I e II grado ben 439 alunni con una certificazione di disabilità ai sensi della L.104/92 (Fonte: sito Unione delle Terre d’Argine).
Va segnalata la tendenza in tutta Italia di un aumento degli alunni disabili, tanto che la percentuale è praticamente raddoppiata negli ultimi 10 anni. In particolare sono in aumento i casi di autismo.
Inoltre la Legge 170 del 2010 ha introdotto il riconoscimento e la definizione dei Disturbi Specifici di Apprendimento (DSA), attribuendo alle scuole di ogni ordine e grado l’individuazione dei casi sospetti (che andranno certificati da specialisti esterni alla scuola).
Di fronte ad un’iniziale attesa di un 3-4% di diagnosi, oggi si è in presenza nella sola provincia di Modena di 5.593 segnalazioni, pari al 6,6% del totale della popolazione scolastica (Fonte: Ufficio Scolastico Regionale Emilia-Romagna).
Si deve anche ricordare che nel 2012 è stata introdotta nella scuola una nuova tipologia detta BES
(Bisogni Educativi Speciali), costituita da alunni che anche solo temporaneamente manifestano bisogni di natura diversa e ciò comporta la messa a punto da parte della scuola di specifici interventi educativo-didattici.
Sempre dall’U.S.R. Emilia Romagna sono state altresì avvertite le scuole di porre attenzione a nuove tipologie di disagio, come gli alunni “ritirati da scuola” e come i casi rappresentati dalle ”crisi comportamentali”.
Per capire l’espandersi dei fenomeni si ipotizza che le diagnosi più accurate favoriscano l’aumento delle certificazioni, mentre vi è chi ritiene che la caduta dell’attenzione pedagogico-educativa porti a diagnosticare come certificabile qualunque “diversità” da una presunta normalità.
In ogni caso è indubbio che oggigiorno l’invasione della tecnologia nella vita quotidiana, lo stress di tempi e ritmi della vita quotidiana e l’organizzazione del mondo del lavoro, finiscano per ricadere sui più piccoli, costretti così ad accelerazioni innaturali.
Renzo Gherardi