Non mi sento di poter giudicare nessuno. Il giudizio spetta a Dio soltanto. Anche i nostri tribunali dovrebbero avere coscienza che sono chiamati a giudicare comportamenti, e non persone in quanto tali. Sì, i comportamenti, tutti siamo tenuti a considerarli, allo scopo di accettarli o rifiutarli. La mancanza di questo discernimento produrrebbe (e produce di fatto) quell’indifferenza (o menefreghismo) che è alla base di gravissimi mali sociali.
Il discernimento è sempre personale, ma ha anche una dimensione comunitaria. Io non posso imporre a nessuno il mio giudizio; ma di fronte a un male che per me è evidente posso sentire il dovere di formulare domande, a chi ritengo mio fratello, allo scopo di farlo riflettere.
In questi giorni sono rimasto sconvolto dal comportamento (e ancor più dalle parole) del nostro ministro dell’interno nei confronti di poveri migranti e di chi li salva dalla morte. Mi sento sconvolto perché, con la sicurezza e il dogmatismo che lo avvicinano ai peggiori fondamentalismi religiosi, appella alla legge (alla sua legge, come non ci fossero altre leggi al di sopra di lui) e usa i simboli della nostra fede, di cui soltanto lui sarebbe il vero interprete.
Di fronte a questo, mi permetto rivolgermi ai miei fratelli, che condividono la stessa fede in Cristo, e che con la loro pratica religiosa desiderano viverla, e faccio alcune domande che anzitutto ho fatto a me stesso:
– E’ possibile sostenere con il proprio consenso politico, un uomo, un partito, un’ideologia, che strumentalizzano in tal modo la nostra fede?
– E’ possibile essere equidistanti quando da una parte c’è l’egoismo di privilegiati e dall’altra il disprezzo e lo scarto di persone che hanno solo la colpa di essere nati in paesi sfruttati per secoli dai paesi ricchi e ora sono castigati anche dai cambiamenti climatici provocati soprattutto dal consumismo del mondo ricco?
– In questo caso, ci è ancora lecito parlare del Vangelo di Gesù, come messaggio di misericordia, semente di compassione e di solidarietà, come ogni giorno ripete papa Francesco?
Tommaso Cavazzuti