Tour sinodale, terza tappa
“Avanti, Pedro,con giudizio, se puoi” sono le parole che, nei Promessi Sposi, il Gran Cancelliere di Milano Antonio Ferrer rivolge al cocchiere, mentre la carrozza avanza a stento fra la folla turbolenta per la carestia seguita alla storica peste del 1630.
Questa preoccupata raccomandazione, sublimata però nel nostro caso dalla speranza evangelica, ci è risuonata alla mente scorrendo le oltre 30 pagine delle LINEE GUIDA della CEI per la terza fase del cammino sinodale italiano, quella sapienziale, che impegnerà clero e laici, durante il prossimo anno pastorale, nel discernimento, cioè nella riflessione comunitaria sui materiali raccolti nei due precedenti anni di ascolto.
Il corposo, per non dire prolisso, documento, il cui solo studio richiederà non poca buona volontà da parte di chi si cimenterà nel compito assegnato, configura cinque macrotemi: La Missione secondo lo stile di prossimità, Il Linguaggio e la Comunicazione, La Formazione alla fede e alla vita, La Sinodalità e la Corresponsabilità, Il Cambiamento delle Strutture. Ciascuno di questi ambiti a sua volta comprende tre sottotitoli. Ad esempio per quanto riguarda le Strutture si distinguono rispettivamente: Materiali (chiese, seminari,ecc), Amministrative (gestione delle parrocchie) e Pastorali (parrocchie, unità pastorali, uffici di Curia).
Consapevole della complessità delle questioni poste all’ordine del giorno, la CEI preannuncia l’invio a settembre di schede, che agevolino la scelta degli argomenti e il successivo lavoro di analisi e di confronto nelle Chiese particolari. Vedremo, per quanto riguarda Carpi e Modena, quali percorsi verranno privilegiati, data l’evidente impossibilità di affrontare seriamente in pochi mesi tutte le tematiche proposte.
Infatti proprio lo spettro amplissimo degli argomenti da approfondire, da un lato, testimonia la volontà della Cei che alla base non si trascuri alcun aspetto del cambiamento epocale che papa Francesco invoca per una “Chiesa in uscita”, cioè missionaria nella contemporaneità, dopo la fine della “cristianità”; dall’altro espone al rischio di creare nel Popolo di Dio attese che solo in tempi dilatati, e tramite gli indispensabili chiarimenti teologici e i conseguenti aggiustamenti canonici, potranno essere soddisfatte.
Si tratta di un processo destinato a suscitare entusiasmi fecondi negli uni, deluse frustrazioni in altri, nostalgie e contrasti in altri ancora. Se si pensa anche soltanto alle resistenze accanite messe in campo, da fedeli e clero, alla esortazione del Papa di accorpare due diocesi, come non attendersi controversie e “frenate” decise in merito a temi ben più delicati, (quali ad esempio il rapporto fra laici e gerarchia, l’atteggiamento della Chiesa di fronte ad mondo scristianizzato, e così via), cioè alle tante tensioni create dalle frequenti ambiguità dei documenti conciliari.
Giustificata appare perciò la preoccupazione della Cei che i lavori si svolgano in uno spirito di comunione , alimentato dalla preghiera e aperto a cogliere ciò che lo Spirito vorrà suggerire. Sarà il modo più corretto di confrontarsi, in vista degli orientamenti concreti che saranno assunti, a livello nazionale, nella successiva fase profetica (2024-2025). A quel punto sarà indispensabile tener conto pure delle valutazioni che emergeranno dal SINODO dei VESCOVI, convocato dal Papa per il prossimo autunno e per quello dell’anno successivo.
E’ comunque auspicabile, proprio per una più compiuta maturazione della comunità ecclesiale, che anche nella nostra diocesi questo terzo tempo sapienziale del cammino sinodale veda impegnati non i soliti addetti ai lavori, ma la più vasta platea degli organismi di partecipazione ai vari livelli, le aggregazioni laicali, i fedeli che frequentano le parrocchie.
Punto di partenza sarà la preannunciata Assemblea diocesana di settembre, in occasione della quale sarà presentata la Relazione del percorso sinodale svolto nello scorso anno pastorale, che speriamo renda conto analitico delle realtà effettivamente coinvolte, non con vaghe enunciazioni ma con dati esaurienti.
Pier Giuseppe Levoni