La nostra solidarietà
La Diocesi di Carpi ha interrotto il rapporto professionale con l’ing. Marco Soglia, con studio a Dozza (BO), nominato, dall’allora vescovo Cavina, Responsabile Unico del Procedimento (RUP) per le operazioni di recupero e restauro degli immobili diocesani dopo il terremoto del 2012. Le motivazioni del provvedimento sono espresse in un Comunicato Stampa, in cui la Diocesi dichiara di essersi “vista costretta a questo passo nella speranza di poter riattivare, a quasi dieci anni dal sisma, un lavoro di ricostruzioni che porti a soluzioni soddisfacenti, reali e concrete di molte situazioni”.
L’ing. Soglia, in un’intervista a un quotidiano locale, ha reagito duramente, minacciando di adire le vie legali e formulando, fra l’altro, la seguente affermazione: “La comunità dei fedeli non sa di quanta scaltrezza sia capace la Diocesi quando opera in cose laiche”. Il contesto dell’argomentazione indica chiaramente che il Soglia utilizza il termine scaltrezza nella sua connotazione negativa di astuzia e furbizia. Nella medesima intervista accusa: “Vogliono farmi passare come il capro espiatorio dei ritardi, ma il vero bersaglio non sono forse nemmeno io”. A chi allude? Non è azzardato supporre che si riferisca a chi gli attribuì a suo tempo l’incarico, configurando il suo siluramento come una “vendetta” indiretta.
Quel che è incontestabile comunque è il grave ritardo accumulato in questi anni di gestione nel ripristino delle strutture a servizio della pastorale. Pertanto appare del tutto giustificata la decisione di voltare pagina assunta dalla Diocesi, ai cui vertici confermiamo grande stima e piena fiducia.
Scintilla