E la petizione per Don Venturelli?
Il postino ha recapitato il nuovo numero di Notizie, dopo la consueta pausa d’agosto. Formato ridotto, ma tante cose da raccontare: le sagre parrocchiali, il rinnovo del Consiglio della Fondazione, il catalogo delle opere del Museo Diocesano, le candidature per le prossime elezioni politiche, il caro bollette, i campi estivi dei gruppi scout, le esperienze missionarie in Benin. Ovviamente soprattutto trova spazio nel settimanale diocesano la cronaca della Festa dell’Assunta, con le foto e i discorsi di rito.
Abbiamo partecipato anche noi alla celebrazione liturgica e alla processione per le vie di Carpi con la statua della Madonna. Sempre meno i balconi addobbati per salutare il passaggio del corteo; però sempre molto numerosi i fedeli, ancorché quasi esclusivamente ultracinquantenni. Ma si sa, tanti erano in ferie, e i ragazzi e i giovani sogliono disertare certe pratiche devozionali.
Il coro, la Banda cittadina, le Autorità civili e militari, i volontari Unitalsi, le meditazioni, le preghiere e i canti, l’omelia e la benedizione di don Erio. Tutto per bene, come sempre.
All’uscita, sul sagrato sotto il sole d’agosto, un amico ci chiede: “Che fine ha fatto la vostra petizione, sottoscritta da centinaia di persone, per l’avvio del processo di beatificazione di don Venturelli, che avete presentato al Vescovo giusto un anno fa in cattedrale, prima della messa, sotto gli occhi di tutti”?
E noi desolati: “ Nessun riscontro, neanche due righe di risposta, un anno di silenzio totale. Sarà finita in un cassetto in Curia. Nemmeno il Consiglio Pastorale Diocesano è stato coinvolto. Figuriamoci i Consigli Parrocchiali e la Consulta delle Aggregazioni Laicali”.
Insomma non precisamente un esempio di stile trasparente e sinodale, come si sollecita oggi in ogni discorso o documento magisteriale.
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