Guarire la ferita della pedofilia nella chiesa

Pedofilia

C’è un numero stupefacente di cardinali, vescovi, preti rinviati a giudizio o condannati per la pratica della pedofilia o la sua copertura. E’ qualcosa che ci sgomenta. Ci costringe a scoprire una piaga profonda, che si è diffusa nel corpo della chiesa in modo silenzioso e devastante. Chi avrebbe immaginato il cardinal Pell, leader della chiesa in Australia e membro del C9, in prigione? Ci sono problemi recenti anche per il cardinale di Lione e di Santiago del Cile. Pur concedendo, nel caso, il beneficio del dubbio fino alla sentenza definitiva, non possiamo ignorare che c’è stata una carenza sistemica. Il discernimento delle vocazioni sacerdotali ed episcopali è stato sicuramente viziato da incompetenza ampia o addirittura colpevole.

La pedofilia si esplica in gran parte nelle famiglie e nelle relazioni familiari. Lì appare la sua obiettiva, profonda malvagità. Tre sono i divieti assoluti (tabù) riconosciuti comunemente dall’etica umana: l’idolatria, l’incesto, l’omicidio. L’incesto impedisce all’Io figlio di essere riconosciuto come un Tu, una persona autonoma, non inglobata nel genitore. Insieme al bisogno di affetto il bambino comunica molto presto con i suoi no risoluti il bisogno di essere riconosciuto come altro. Una presa su di lui, che oltrepassi i limiti in maniera grave, non può che devastarlo. Per una forma tanto deleteria non risulta per nulla esagerata la parola di Gesù sui “piccoli”: “ E’ meglio per lui che gli venga messa al collo una macina da mulino e gettarlo in mare”.(Lc 17,2).

Alle radici della pedofilia degli ecclesiastici il papa individua, oltre il male di base, anche una caratteristica specifica nel “clericalismo”: fare della propria autorità spirituale un potere assoluto, indiscutibile, una leva specifica della prevaricazione.

Oltre le necessarie misure di un più adeguato discernimento e di una risoluta repressione, il papa ci ha indicato le vie della penitenza e della preghiera. Dobbiamo tornare a quei testi scritti dopo l’esilio di Assiria e Babilonia, che rischiamo di dimenticare: “Isaia”, Abacuc, Daniele, Tobia, ecc. Tornare anche ad atti personali di espiazione e, specialmente per il clero, a uno spirito di umile servizio in una chiesa, che solo così può diventare più credibile.

Carlo Truzzi