Papa Francesco un anno fa ha fatto visita a Carpi e Mirandola. Fu una gradita sorpresa, perché non era atteso un evento così importante dopo una settimana soltanto dalla solenne riapertura della cattedrale, ben diversamente preparata e attesa. Il papa ha avuto un impulso del cuore, suggerito dal desiderio di essere vicino a quanti erano stati duramente provati dal terremoto del 2012, evocato dal vescovo nel suo incontro con Francesco. Il vescovo era stato chiamato a colloquio per un motivo che non conosciamo e ha dovuto improvvisare un’accoglienza, che è riuscito a organizzare in modo efficiente pur nei tempi molto ristretti a disposizione.
Che cosa rimane di quella visita? Tornano alla memoria le sequenze dei vari momenti. Il numero di Notizie, dedicato all’evento, riprende semplicemente la cronaca e le parole di quel giorno. Possiamo aggiungere il ricordo di un contatto caldo, sincero, evangelico con il papa. Qualcuno però si aspettava anche delle novità nell’assetto del clero (vescovo, preti e diaconi). Nel colloquio con il clero e le religiose, tenuto in seminario, Francesco aveva promesso di dare un aiuto per incrementare la sinodalità della nostra chiesa locale dandoci un secondo vicario generale. Fu una sorpresa, perché comunemente ogni diocesi ha un solo vicario generale. Non disse il nome. Dopo poco arrivò il bolognese don Massimo Fabbri, parroco di Argelato, una parrocchia di 3.500 abitanti, e presidente dell’Istituto Diocesano per il Sostentamento del Clero. E’ stato nominato economo diocesano. Amico personale del vescovo, viene a Carpi una volta alla settimana e si occupa ovviamente dell’amministrazione economica della diocesi. Altre conseguenze della visita papale finora non se ne sono viste. Ci permettiamo però di suggerire un seguito facile all’evento: sostituire al portone del palazzo vescovile lo stemma di Benedetto XVI con quello di Francesco.
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