AUTORIZZARE E DISPORRE NON BASTA
Otto mesi fa usciva un ufficiale Comunicato Stampa della diocesi dal titolo inequivocabile: “Il vescovo Erio Castellucci autorizza l’avvio della Causa di beatificazione per don Venturelli”. Il testo annunciava; “A tal proposito il Vescovo autorizza i competenti organismi diocesani ad avviare l’iter previsto dalla norma canonica per la prima fase diocesana della Causa, con la presa in carico della stessa da parte dell’Ufficio per le Cause dei Santi di Modena,anche attraverso l’impegno della Cancelleria di Carpi”.
Sono stati dunque ben individuati, si spera senza equivoci, gli operatori a cui don Erio ha affidato l’incarico di darsi da fare concretamente, al fine di poter “attuare tutti i passaggi formali necessari, “compresa la costituzione di un Comitato rappresentativo della comunità diocesana e dei principali promotori della memoria di don Francesco Venturelli”.
A distanza di otto mesi, ormai vicini all’ottantesimo anniversario del martirio di questo presbitero, né su Notizie né sul sito web della diocesi abbiamo letto informazioni su passi concreti compiuti in materia dai competenti organismi esplicitamente incaricati dal Vescovo.
Questo sorprendente silenzio provoca alcuni interrogativi. In tutte le istituzioni basta autorizzare e incaricare qualcuno a fare qualcosa, o è indispensabile vigilare se chi di dovere ha fatto quanto previsto, e, in caso contrario, intervenire affinché si provveda? Si è acquisita davvero consapevolezza che, dopo decenni di ingiustificabile oblio da parte della Diocesi verso questo suo presbitero martire, proprio alla DIOCESI, non ad altri in primo luogo, spetta mobilitare risorse umane e materiali allo scopo? Altrimenti rischIa di costituire una pia ma inane intenzioneil pur dichiarato riconoscimento dei “tratti di santità nell’esercizio del ministero sacerdotale” del parroco di Fossoli, assassinato il 15 gennaio 1946. Lo si è lodevolmente voluto e saputo fare in questi anni per i Beati Odoardo Focherini a Carpi e don Luigi Lenzini a Modena. Si tratta di agire con altrettanta convinzione e adeguato impegno.
Il nostro Gruppo da cinque anni opera per stimolare il recupero e la valorizzazione di questa nobile figura di prete che, come ricordava il Comunicato, “incurante del pericolo, non esitò a compiere il suo ministero”. Siamo tuttora concretamente impegnati in questa impresa, e disponibili a collaborare con la Diocesi, secondo le nostre limitate possibilità.
Le Autorità Civili, la Presidenza della Repubblica con il conferimento a don Francesco della Medaglia d’Oro al Valor Civile, e l’Amministrazione Comunale con l’intitolazione di luoghi pubblici, hanno fatto la loro parte. Alla Diocesi, alla Chiesa compiere e completare il cammino verso la Beatificazione di questo nostro sacerdote martire.
SCINTILLA

