Il 2 ottobre ho partecipato alla manifestazione per Gaza che si è svolta sul piazzale della stazione con successivo corteo. A indurmi a esserci il profondo disagio psicologico e morale che l’insostenibile sofferenza di migliaia di palestinesi sta ingiustamente sopportando, lo sdegno conseguente e il bisogno di condividerlo con i tanti che, grazie a dio, erano presenti. A darmi ulteriori motivazioni l’adesione che, associazioni come l’Agesci zona di Carpi e l’Azione cattolica, hanno dato all’iniziativa come ho appreso dai social ufficiali.
La cosa si è svolta secondo rituali consolidati con il rosario di interventi, alcuni preparati altri spontanei.
Fra i contributi uno dei più applauditi quello di un ragazzo che si è presentato come appartenente a un Collettivo Antifascista, realtà che confesso di non conoscere. Il tono a dir poco battagliero e i contenuti del suo discorso mi hanno lasciato però fortemente perplesso. Oltre alla vigorosa e comprensibile indignazione, il giovane ha fatto proprio lo slogan “dal fiume al mare” che, nella criminale concezione di Hamas vuol dire la cancellazione dello stato di Israele. Oltre a ciò, in coerenza con quella affermazione, nulla è stato detto della necessità che Hamas rilasci gli ostaggi e che abbandoni la pratica terroristica che ha provocato solo enormi danni ai palestinesi innanzitutto.
Ora, compiuti i 18 anni, il raggiungimento della maturità impone che, nel perseguire i propri obiettivi, si eserciti con sapienza la razionale correlazione fra mezzi e fini, fra un progetto e gli strumenti per realizzarlo. Se c’è una cosa non solo ingiusta, ma decisamente irrealizzabile è la sparizione dello stato di Israele e il continuare a proclamare una insensatezza simile altro non fa che alimentare i criminali progetti di Hamas e giustificare l’orrenda e non meno criminale reazione di Netanyahu. Fra i più applauditi si è detto, al punto dall’apparire come l’opinione condivisa e il vero punto di caduta ideologico dell’incontro. Ma questo non fa meraviglia, molti opinion leader di livello nazionale sostengono tesi simili.
Quello che ha colpito è stato però il silenzio degli aderenti agli scout e all’azione cattolica presenti, al punto da ritenere che, anche legittimamente, fossero d’accordo. Non sappiamo come siano stati elaborati all’interno degli organismi delle associazioni le posizioni sul tema, ma ci ha dato motivo di riflessione il fatto che nessuno di loro sia intervenuto esprimendo posizioni che noi avremmo auspicato contrarie a quelle a cui si è fatto cenno.
Sia papa Francesco che papa Leone hanno sempre appoggiato la soluzione “due popoli due stati” che, al di là delle drammatiche contingenze, è quella più giusta e realistica, e, va da sé, la fine del massacro israeliano a Gaza e delle politiche terroristiche di Hamas.
Ci pare che associazioni, come gli scout e l’azione cattolica, che a Carpi hanno un numero di membri che non è pari a quello di nessun altro, nel momento in cui aderiscono a una manifestazione come quella di ieri, siano tenuti ad esprime con coraggio e in proprio le posizioni che sono maturate all’interno dei gruppi nel confronto con gli aderenti. Non averli sentiti ci ha privato di importanti elementi di valutazione.
La vicenda drammatica di Gaza ha provocato numerosi cortocircuiti non solo locali. Il candidato del centrosinistra nelle Marche a un certo punto della campagna elettorale, a fronte di sondaggi che lo davano stabilmente perdente, ha ritenuto di riorientare la propria campagna sul tema Gaza, dichiarando che le Marche con lui presidente avrebbero riconosciuto il primo giorno la Palestina!, incurante dell’uso strumentale di una tragedia come quella e, speriamo, inconsapevole del sostanziale cinismo di quella scelta. Non di meglio ha fatto la presidente Meloni che ha mostrato un disprezzo ingeneroso nei confronti delle molte migliaia di persone che hanno manifestato pacificamente, mossi da quel bisogno morale di opporsi a un orrore che sembra non aver mai fine.
Come si vede se si toglie lo sguardo dalla realtà delle cose per rivolgersi agli interessi della propria parte, in quel duello rusticano che è la politica italiana oggi, si dicono e fanno cose di cui a mente fredda ci si pentirà.
Ultimo ma non per ultimo, auspichiamo che tutti coloro che hanno a cuore la pace e la concordia fra i popoli organizzino manifestazioni analoghe anche per l’insopportabile guerra che Putin ha mosso contro l’Ucraina, per far avere agli ucraini la solidarietà di tutte le persone pacifiche di questo tormentato mondo.
Nondimeno ci piacerebbe che l’associazionismo cattolico e non solo lui trovasse modi per dare adeguata visibilità a un altro dramma, ignorato da più, che è lo sterminio di cristiani in Nigeria. Nel solo mese di giugno oltre duecento persone, donne e bambini, sono stati massacrati. C’è chi non ha neanche la miserevole consolazione di avere una telecamera che gli dedichi l’attenzione e la solidarietà che il suo dramma merita.
Mario Lugli

